Angeli musicanti
Gli angeli musicanti rappresentano l’armonia del creato. Nel Medioevo si recuperano le teorie di Pitagora e Platone e le si interpretano in chiave religiosa: l’armonia delle sfere celesti rappresentano il rapporto fra Dio e la sua creazione.
Per le tombe dinastiche dei Malatesta, Agostino di Duccio elabora una decorazione complessa e simbolica che raggiunge il più alto effetto negli angeli -putti- musicanti e danzanti.
Le nubi che coprono la parte inferiore del trittico fanno credere di essere davanti ad una visione.
Gli angeli con trombe alludono al Giudizio Universale.
L’angelo con arpa allude a Re Davide.
Gaudenzio Ferrari dipinge con grande chiarezza narrativa. Anche nelle opere del Sacro Monte di Varallo, per essere comprensibile ai pellegrini, aveva organizzato affreschi, dipinti e statue di forte impatto emotivo ma di lettura semplice.
A Saronno dipinge un grande coro angelico -affollato- disposto su quattro cerchi concentrici : gli strumenti musicali presenti sono oltre cinquanta!
Diversa la rappresentazione della fuga in Egitto che mostra Caravaggio, solitamente illustrata con Maria e il Bimbo sull’asino e Giuseppe che procede a piedi. L’angelo che suona il violino divide in due parti il dipinto: da una parte l’umano e dall’altra il divino.
Alcuni critici sostengono che lo spartito in mano a San Giuseppe rappresenti un motivo che musicava alcuni versi del Cantico dei Cantici.
Maria addormentata ha i capelli rossi e questo può essere legato al brano musicale dell’angelo perche la sposa descritta nel Cantico ha capelli fulvi.
L’angelo tiene un violone che simboleggia l’armonia divina, mentre Santa Cecilia, patrona della musica, con il volto verso l’angelo suona.