Annunciazioni
Le diverse gestualità della Vergine
La Vergine operosa
Durante l’epoca bizantina, l’iconografia più frequente narrava l’episodio diversamente da quello a cui siamo abituati. L’Annuncio dell’Arcangelo avveniva quando la Vergine usciva per recarsi ad attingere acqua dal pozzo.
In questo caso il pozzo e l’acqua diventano simbolo teologico, come quando lo stesso Gesù dice alla Samaritana che chi beve dal monito cristiano non avrà più sete. La brocca tenuta da Maria, dunque, diventa il contenitore che allude alla stessa come generatrice del divino.
Maria è seduta fuori dalla porta di casa filando ma, colta dall’Arcangelo, ascolta le sue parole. Dalla porta appare una donna che ha una espressione tra lo stupore e la meraviglia. La Vergine si addita con la mano sinistra come a chiedere se possa essere proprio lei la prescelta.
Nello stesso spazio pittorico, a destra, viene narrata la Visitazione.
Anche in questa miniatura la Vergine viene rappresentata nell’atto di filare, fuori dalle mura della casa.
Nel Monastero di Santa Caterina sul Mote Sinai e in Santa Sofia a Kiev troviamo due rappresentazioni simili.
La Vergine non è seduta ma è in piedi di fronte all’Arcangelo che, già raggiunto il suolo, ha i piedi appoggiati a terra nell’atto di pronunciare le parole dell’Annuncio.
La Vergine saggia
L’Annunciazione dell’artista Simone Martini è probabilmente la sua opera più famosa. A parte il fondo oro che ancora nega la spazialità secondo l’iconografia bizantina, le figure hanno una corporeità attraverso i drappeggi degli abiti, come il manto svolazzante dell’angelo, che e la prospettiva del pavimento presentano un certo realismo.
L’unica figura appena accennata è proprio Maria che sembra sembra fuoriuscire da una unica campitura blu del manto.
La Vergine ha un gesto di ritrosia, chiudendosi il mantello con una mano mentre l’altra chiude il libro.
L’Annunciazione di Masolino opera il passaggio dall’iconografia del Trecento a quella rinascimentale. Masolino non ambienta in un mistico fondo oro ma in una stanza con gli elementi d’arredo inseriti in nell’architettura e , tuttavia non rinuncia a un richiamo alla tradizionale separazione in pannelli, attraverso la spartizione della colonna centrale che divide in due la scena. La Vergine ha un atteggiamento composto e meno ritroso e sembra accettare con remissione l’incarico affidatole dal Signore, mentre una luce divina le illumina la testa dal soffitto.
Donatello inserisce la sacra rappresentazione in un tabernacolo. La Vergine si ritrae dall’angelo inginocchiato, raccogliendo il mantello per coprirsi.
Il pannello centrale presenta l’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria sotto un portico da cui si intravede una camera con arredi in legno. Dalla sinistra un raggio di luce divina percorre lo spazio in diagonale che, attraverso la colomba dello Spirito Santo, illumina la Vergine, che si piega con le braccia al petto, accettando remissivamente il suo incarico.
A sinistra, la cacciata dal Paradiso di Adamo ed Eva è il preludio dell’Annunciazione e del conseguente sacrificio che si compirà per la loro disubbidienza. Il giardino fiorito, che allude alla verginità di Maria, è popolato da molte varietà arboree legate a valori simbolici come la palma, che ricorda il futuro martirio di Cristo.
Lotto inserisce dinamismo nella scena sacra e sconvolge l’iconografia inserendo anche un gatto che, inarcando la schiena, fugge impaurito. Anche la Vergine è dipinta spaventata ed è nell’atto di alzarsi . Ma il Divino è presente e giunge le mani verso la stessa Maria, mentre Gabriele alza il braccio verso l’alto.
Iconografia completamente originale è nell’opera di Memling. La Vergine, non è inginocchiata davanti all’arcangelo Gabriele, ma sorretta da due angeli. Inoltre, porta la mano al petto non solo per accettazione ma in segno di rispetto verso l’ospite.
La vergine è colta davanti al suo inginocchiatoio, intenta a leggere il suo libro di preghiere. Davanti all’Angelo il suo volto e le sue movenze esprimono il turbamento composto . Le pareti furono decorate tra il 1572 e il 1578 con le figure dei personaggi dell’Antico Testamento che avevano profetizzato l’Annunciazione.
Annunciazione dietro la grata
Completamente distaccato dall’iconografia classica, l’artista colloca la Vergine all’interno mentre l’angelo annunciante rimane nella via.
Come già nel Beato Angelico, l’angelo annuncia ma è la luce divina che penetra nelle carni di Maria attraverso un piccolo foro del marcapiano.
Maria accetta con umiltà, mentre un pavone sopra di Lei simboleggia la rinascita spirituale e la resurrezione. Attraverso l’accettazione del comando, infatti, Maria permetta la nascita di Cristo e la conseguente salvezza.
La Vergine in ginocchio
Rivoluzionaria rappresentazione dell’Annunciazione. Maria è inginocchiata con le braccia incrociate al petto, il volto rassegnato. L’Arcangelo ancora in volo pare quasi sovrastare la Vergine intimandole il comando di Dio. Maria posa a terra il cesto
e si pone con le braccia incrociate al petto con umiltà.
Annunciazioni senza Arcangelo
Maria è davanti al leggio, in primo piano, volge gli occhi alla sua destra. Con una mano stringe il manto e l’altra si pone con il palmo davanti all’osservatore come a suggerire di attendere.
L’innovativa iconografia dell’artista è volta a sollecitare una forte emozione come se, non solo fossimo presenti all’episodio, ma essere noi stessi a essere angeli annuncianti.
L’artista afroamericano immagina l’episodio sacro in un interno tipicamente mediorientale. Maria appare abbia superato da poco l’adolescenza, senza manto blu che è drappeggiato sulla destra posto su un modesto baule di legno.
L’inquietudine della Vergine si mostra nelle mani strette come a manifestare la sorpresa e l’iniziale disagio di fronte al divino e alle sue parole.
Zeffirelli rappresenta la scena di notte. Maria sta dormendo e si sveglia per l’imposta che sbatte sonoramente. In principio la Vergine è spaventata cerca di ritrarsi da quel fascio di luce. Infine accetta il suo destino.
La Vergine trasformata
Il dipinto si presenta originale per il suo formato. Infatti la tela non è rettangolare ma s presenta come un irregolare pentagono : vi è un taglio dell’angolo superiore sinistro.
La finestra è aperta e l’Arcangelo ne riempie lo spazio. Maria è seduta, senza fuso e senza alcun libro, è una donna con il viso da pellicano come il ritratto che proprio Savinio aveva fatto della propria madre.
Sopra al palo verticale della croce è collocato un pellicano.
Il pellicano è un simbolo di carità, abnegazione e pietà filiale. Quando nutre i piccoli, infatti, curva il suo becco verso se stesso per prendere il cibo raccolto nel sacco golare e questa azione sembra un auto ferimento.
Savinio vuole sottolineare, pertanto, l’aspetto più compassionevole della Vergine per l’ Umanità.