Danae

paola magni
5 min readMar 7, 2022

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cratere figure rosse su fondo nero, 450–425 a.C., Louvre, Parigi

Danae è la principessa d’Argo, la figlia del re, ovvero Acrisio. Secondo un oracolo, ad Acrisio era stata predetta la morte per mano di suo nipote e, pertanto, Danae viene rinchiusa, proprio dal padre,in una torre inespugnabile.

Giove, invaghitosi della bella principessa, si trasforma in una pioggia d’oro e la seduce. Danae partorirà Perseo.

Molti artisti hanno narrato la sua storia nella classicità su vasi, con mosaici e pitture parietali. Nell’arte Paleocristiana scompare per ritornare nel Rinascimento, con scopi educativi e, naturalmente, nello spirito cristiano.

Giove e Danae, 1509–1511, Baldassarre Peruzzi, Villa Farnesina a Roma

Danae e Giove fa parte del fregio che si trova nella sala al pianterreno della Villa Farnesina a Roma. La datazione non è certa: alcuni critici sono convinti che l’opera sia successiva al soffitto della Sala della Galatea e dunque del 1511, mentre altri l’anticipano al 1509–10.

Potrebbe essere vera la seconda ipotesi poichè la composizione appare ancora quattrocentesca, legata al mondo antico e non ancora influenzata da Raffaello. Infatti, il fregio viene racchiuso tra un’architrave e una trabeazione, ricordando i templi. Naturalmente, tutti i miti narrati nell’opera cercano di esaltare la figura del committente, Agostino Chigi.

Danae viene rappresentata per sottolineare l’umano che si assoggetta ai voleri divini.

Danae, 1527, Jan Gossaert, Alte Pinakothek di Monaco

Particolare la rappresentazione fiamminga di Jan Gossaert, detto Mabuse. Danae è molto idealizzata e riesce, dunque, a mitigare l’eroticità della scena, mentre la perfetta prospettiva della loggia semicircolare della torre si discioglie con le architetture complesse dello sfondo.

L’interpretazione è complessa. La loggia è formata da sette colonne ioniche che Vitruvio -I secolo a. C- identifica come ordine architettonico per templi dedicati a Diana, la dea vergine. Nell’edificio a tholos -rotondo- può essere allusiva alla rappresentazione del Tempio di Salomone. A destra l’edificio gotico rappresenterebbe il Vestibolo del Trono e, all’estrema sinistra, la Torre di Davide. L’identificazione dei tre edifici insieme ai colori rosso del cuscino e blu dell’abito si può interpretare come una scena religiosa dell’Annunciazione.

Danae, 1612, attribuito a Artemisia Gentileschi, Saint Louis Art Museum, a St. Louis

Il dipinto è attribuito ad Artemisia Gentileschi ma alcuni sostengono che sia stato realizzato dal padre Orazio. Personalmente ritengo l’attribuzione vera e proprio per il particolare della fantesca che pochi artisti hanno replicato.

La pioggia d’oro è stata interpretata in monete d’oro e l’ancella -che dovrebbe vegliarla e difenderla- non si cura se non di raccoglierle nel suo grembiule.

Artemisia fu vittima di uno stupro da parte del suo maestro di prospettiva -Agostino Tassi-e, denunciato, — ma solo dopo che il padre scoprì che era già coniugato- uscì indenne dal processo.

Danae, 1623, Orazio Genileschi, J. Paul Getty Museum, Los Angeles

Orazio Gentileschi contemporaneo di Caravaggio ne assume il naturalismo fondendolo con la sua grande abilità di disegno, proporzioni, colore. Contrariamente al Caravaggio, tuttavia, riesce meglio a mediare il gusto dei committenti con il realismo.

La Danae è in attesa di essere inondata dalla pioggia d’orata e un piccolo cupido alza le mani per spostare la pesante tenda al fine di favorire l’oro verso Danae. Notevole la sapiente resa della seta verde acido del copriletto, come quella del lino delle lenzuola o il tratto di velluto rosso. Danae perfettamente idealizzata — e non realistica — perde quel senso erotico ed esalta solo la bellezza e la grazia delle forme femminili.

Danae, 1907–1908, Gustav Klimt, Collezione Privata

Klimt è l’artista più rappresentativo della Secessione viennese e dell’Art Nouveau. Nelle sue opere prevalgono i simboli all’interno di una evocazione- quindi non rappresentazione!- della realtà. Il suo stile unico si mostra nella linea sinuosa ed elegante che fa prevalere la bidimensionalità, solo a tratti interrotta, all’interno di una preziosa decorazione come nei mosaici bizantini.

La Danae di Klimt mostra già nel taglio, inusuale, -quadrato- della tela la capacità narrativa di un mondo interiore: Danae sta concependo ma è al tempo stesso in una posizione fetale. A sinistra la pioggia d’oro in monete che raggiungendo la base dell’opera si trasformano in rettangoli che rappresentano il principio maschile mentre a destra la decorazione del velo riproduce il principio femminile attraverso cerchi come nell’opera “Il bacio”.

Danae, 1909, Egon Schiele, Collezione Privata

Schiele fu un pupillo di Klimt e fu proprio lui a presentarlo a mecenati, che, oltre ad assicurare una certa stabilità economica, lo portarono alla ribalta della scena artistica viennese. All’interno della Secessione Viennese, nelle prime opere, Schiele si conforma, quindi, al linearismo tortuoso e decorativo tipico di Klimt e al gusto dell’epoca. Danae appartiene a questo periodo.

La donna appena delineata, quasi bidimensionale, è chinata su stessa mentre fluisce sul suo corpo attraverso un velo nero la pioggia d’oro che la feconderà.

Danae, 1962, Pablo Picasso, Metropolitan Museum of Art, New York

Picasso afferma che non ha impiegato elementi diversi nelle varie maniere della sua lunga carriera artistica. Infatti, l’artista percorre il Novecento con diversi stili che presentano una profonda conoscenza dell’impressionismo e del postimpressionismo. Inizia con la rinuncia della policromia -periodo blu, periodo rosa- ; si invaghisce dei richiami culturali della scultura africana; elabora da Cezanne e la sua sintesi arrivando al cubismo; si accosta all’espressionismo e al surrealismo e successivamente elabora le grande opere di artisti come Manet, Velasquez, Courbet…

La sua Danae,sprofondata su un letto sfatto, si apre alla pioggia d’oro sdoppiandosi in modo da alludere alla gravidanza.

Danae, 1987, Renato Guttuso, Collezione privata

Forse l’ultimo dipinto di Renato Guttuso che muore proprio nello stesso anno.

L’artista, impegnato politicamente, è ritenuto il massimo esponente del realismo sociale italiano. La sua Danae può essere interpretata come una denuncia di stupro. Il linguaggio spigoloso delle sue opere viene dimenticato in questa tela, che tuttavia si connota con colori aspri e in netta contrapposizione l’un l’altro: rosso e viola, rosa e giallo oro, come la diversa sensazione delle carni delle cosce e del corpo. La posa della donna che si copre la testa con la mano come a difendersi da un attacco non lascia dubbi sul messaggio di sdegno.

Tuttavia, non è il primo pittore che interpreta la vicenda di Danae come uno stupro, esiste un dipinto attribuito a Anton Raphael Mengs -pittore del Neoclassicismo- che si intitola proprio The rape of Danae.

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