Danzare dall’arte moderna alla contemporanea
Il “ballo di coppia” si diffuse -faticosamente- all’inizio dell’Ottocento. Veniva considerato, infatti, scandaloso che un uomo e una donna si abbracciassero e volteggiassero insieme. Il valzer, inoltre, nato nel 1804 con Johann Strauss, secondo le cronache dell’epoca, era considerato decisamente “sconveniente”. Nell’arte moderna,che rappresenta appunto la vita reale, viene raffigurato dagli artisti in scene di genere proprio per sottolineare l’adeguatezza delle loro opere al progresso sociale.
Il pittore spagnolo Rogelio de Egusquiza è più famoso per essere stato un amico di Wagner che per i suoi dipinti legati senza dubbio all’arte accademica. Dopo il suo trasferimento a Parigi, verso il 1860, e l’incontro con Wagner muterà i temi dei suoi dipinti abbracciando il simbolismo e maturando una tecnica più evanescente. Nell’opera “La fine del ballo” è particolare l’atteggiamento del gentiluomo appoggiato ad una colonna che mima la gestualità della danza ma solo per abbracciare la donna.
Mai arrivare troppo presto ad un invito: si rischia di essere maleducati e di trovare il padrone di casa ancora in vestaglia!
Tissot vuole esaltare la modernità dell’alta borghesia con ironia, sottolineando l’imbarazzo di signore e signori arrivati al ricevimento. L’artista francese che troverà successo solo dopo il suo trasferimento in Gran Bretagna ha uno stile decisamente realistico e, solo timidamente, si avvicina all’impressionismo.
Per i pittori impressionisti la ricerca della modernità divenne il perno dei loro temi figurativi. Per Renoir, in particolare, l’artista che ha interpretato la “gioia del vivere”, i locali da ballo e di ritrovo, il circo, i teatri con la gestualità e le espressioni degli uomini e delle donne divennero temi della sua opera.
La tela “ Ballo in campagna” è vivace e allegra,dai colori accesi. Spiccano in particolare gli accessori femminili come i guanti, il ventaglio e il nastro rosso del cappellino che riprendono i piccoli fiori della stampa dell’abito bianco. Renoir ritrae la futura moglie -Aline Charigot- , mentre balla con il giornalista Paul Lothe in un locale lungo la Senna nella periferia parigina.
L’opera “Ballo in città”, invece, molto é più elegante del “pendant” precedente. Renoir ritrae la modella Suzanne Valadon sempre con Paul Lothe in un locale chiuso.
La terza tela di Renoir è quasi ad altezza naturale, come le precedenti, ma viene immessa in un ambiente, sicuramente rustico, con maggior profondità. Alle spalle della coppia, infatti, si notano persone sedute con le consumazioni al tavolo mentre altri sono in piedi nascosti fra gli alberi e presumibilmente partecipano alle danze.
“Ballo a Bougival” ci ricorda la più famosa opera “ Bal au Moulin de la Galette”, dipinto anni dopo. La tela ci riporta in un ballo all’aperto in un locale di Montmartre in un momento di vita, decisamente non aristocratica, di giovani e di coppie. Mirabile, nel dipinto, il concatenamento -sintetico- delle figure a cui corrisponde la luce solare che filtra, dispettosamente, tra e le fronde ombrose degli alberi.
Ma tornare a casa dopo una festa danzante può essere motivo di litigio. L’artista fece scalpore e scandalo con il famoso dipinto “Rolla”
ispirato al poema di Alfred Musset. Rolla, indebitato, si uccide buttandosi dalla finestra nonostante l’amante gli abbia offerto tutto il suo aiuto.
Anche per il pittore brasiliano il ritorno da un ballo è un momento poco sereno. Tuttavia come affermava Philippe Daverio nel suo libro “ Il secolo lungo della modernità”, la pacatezza del gentiluomo denota che forse è proprio lui a essere il fedifrago della situazione!
Il can-can, divenuto popolare a metà Ottocento, era uno spettacolo dei cabaret francesi. Toulouse-Lautrec, celebre anche per i suoi manifesti pubblicitari di ballerine e dei vari locali, mostra in quest’opera la famosa ballerina “La Goule” mentre danza con un altro famoso ballerino dell’epoca. In primo piano la donna con abito rosa rompe i colori cupi del locale e, nella sua descrizione pittorica più attenta, sembra emergere dalle altre figure appena accennate.
Come in altre opere,l’artista sembra comporre la visione come una istantanea fotografica.
Molto meno gioioso il dipinto espressionista dei Edvard Munch. Il tema del ballo è qui legato ad una sorta di paradigma cupo della vita. La giovane che si incammina a destra verso lo spettatore attende speranzosa il compagno di ballo mentre le corrisponde a destra la vedova vestita di nero con le mani intrecciate. La donna vestita di rosso è allacciata al compagno mentre un’altra, alle sue spalle, respinge l’uomo che tenta di baciarla. Una danza della vita dove, negando del tutto la gioia di vivere, ci vuole rappresentare l’inesorabilità della condizione umana dove le speranze e le illusioni si perdono nella realtà. Particolare è la sintesi dello stile pittorico che ci ricorda un fregio arcaico e, in particolare, le novità di Gauguin.
Due sono le opere di Matisse de “La danza”. La prima del 1909 è ora al Museum of Modern Art di New York, mentre la seconda del 1910 si trova a San Pietroburgo in Russia. A Parigi, quando fu esposto nel 1910 trovò critiche feroci per i colori, la composizione e la descrizione dei corpi.
In realtà la composizione così sintetica permette di concentrare l’attenzione sul blu che è così carico e profondo da evocare l’universo, insieme alla rotondità del verde che suggerisce la Terra. Le figure, dunque, possono essere interpretate come dei o giganti che dominano, danzando in un girotondo infinito.
Gino Severini interpreta il futurismo con influenze cubiste. Il colore delle sue tele è sempre vivo e diventa l’interprete principale delle sue opere.
Quest’opera, che solo apparentemente sembra la stampa di un costume di arlecchino o un mosaico colorato, indagata con attenzione, mostra gli arredi di una sala, i clienti seduti, l’orchestra sul fondo e due danzatrici nel centro.
Afferma Severini stesso : “… Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido….. Per la persistenza della immagine nella retina, le cose si moltiplicano, si deformano susseguendosi…”
Gino Severini solo alcuni anni più tardi rinnegherà le istanze delle avanguardie, come moltissimi artisti a lui coevi, e ritornerà ad una solida raffigurazione rispondendo a quel “ritorno all’ordine” attraverso una rivisitazione classica.
Nevinson è uno dei pochi artisti inglesi che aderisce alla poetica futurista — influenzata dal cubismo- e, dunque, all’idea di rappresentare la simultaneità.La composizione colorata non rappresenta la danza ma vuole “trasmettere” l’idea della danza. Tuttavia, in modo molto più riconoscibile dell’opera di Severini.
Nolde, pittore danese, spezza ogni schema compositivo per esprimere la sensualità della donna che danza coperta solo di una gonna fatta di pesanti frange. Gli avventori del locale sono solo suggeriti e il corpo scomposto riempie quasi completamente la scena.
Piet Mondrian è il teorico del neoplasticismo. La corrente artistica proponeva in opposizione alle avanguardie -futuriste, astrattismo e cubismo-, una raffigurazione ordinata e armonica attraverso il colore che doveva essenzialmente essere solo quello primario -giallo,rosso e blu- aiutato dal non colore ovvero il bianco e il nero. Per esaltare l’armonia della composizione si doveva ricorrere solo a figure geometriche che avevano l’angolo retto -quadrati o rettangoli-.
Per sfuggire alla seconda guerra mondiale, Piet Mondrian si trasferisce dall’Olanda negli Stati Uniti, a New York. Qui si lascia influenzare dall’esuberanza della metropoli, dai suoi colori, dalle persone indaffarate e festanti, dai ritmi dal Jazz e dai nuovi frenetici balli.
Broadway, la via pulsante di vita e il nuovo ballo boogie woogie che è l’espressione dell’energia vitale della gioventù ispirano quest’opera che sembra riprodurre il ritmo musicale e il via vai della folla.
Secondo Guttuso, l’arte doveva svolgere una funzione civile. Guttuso, quindi, immortala la voglia di leggerezza dei giovani dopo la seconda guerra mondiale accanto alle loro solitudini e alla falsa allegria.
Sulla parete della sala da ballo viene citato Piet Mondrian. Accanto alla critica sociale del disimpegno politico vi è una critica agli artisti che non hanno saputo cogliere dalla corrente astratta la grandezza e l’immortalità come, invece, ha fatto Mondrian.
Jack Hoggan, in arte Jack Vettriano -cognome della madre- è un pittore contemporaneo italo-scozzese. L’artista è famoso sopratutto per i poster o varie illustrazioni riprodotti proprio dalle sue opere.
Il suo stile lucido e preciso come Magritte e sintetico come Hopper narra immagini oniriche e vivide allo stesso tempo.
Moltissime sono le sue opere che hanno per tema il ballo. Un ballo antico, a due, spesso ambientato sulla rena al tramonto
o alle prime luci dell’alba. Le figure si immergono in spiagge bagnate da pozze lasciate da una recente mareggiata, in eleganti abiti da sera.
Dance me to end of love si ispira ad una canzone omonima del 1894 di Leonard Coehn il cui testo recita che se si danza sino alla fine di un amore questo permette una indissolubilità tra anima e corpo.