DONNE

paola magni
9 min readMar 8, 2021

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Afrodite Sosandra , 460 a.C., Calamide,museo archeologico nazionale a Napoli

I filosofi dell’antica Grecia consideravano la donna incompleta e, pertanto, soggetta alla potestà del padre e, dopo il matrimonio, alla potestà del marito. Le statue femminili prima del IV secolo non sono mai nude ma coperte proprio esaltare le virtù muliebri e insegnare, pertanto, il loro ruolo nella società.

La dea della bellezza e dell’amore è rappresentata in modo insolito. Coperta interamente con un mantello sono visibili solo il volto severo, un chitone leggero,una mano offerente e la punta dei piedi.

“Sosandra “ significa Colei che salva gli uomini ed è tipico delle divinità funerarie.

Dea Terra, rilievo, particolare del lato esterno Ara Pacis, 13–9 a.C., Roma

Anche in epoca romana la donna rappresentava la figura del nucleo familiare che aveva il compito del mantenimento dei figli e della casa mentre le scelte- anche quella del riconoscimento dei figli- erano sempre affidate all’uomo.

La dea è rappresentata come una matrona romana.

Gli storici dell’arte hanno presentato diverse ipotesi interpretative per questa donna. Oltre a Tellus, la dea romana della Terra, alcuni hanno scorto invece una personificazione dell’Italia mentre altri hanno sostenuto che possa essere Venere, divinità legata alla fondazione di Roma, poiché madre di Enea, nonché alla Gens Iulia.

Dagli anni ’90, invece, si è avanzata l’ipotesi la figura femminile sia la dea Cerere: patrona dei raccolti e simbolo di abbondanza, per la ricca ornamentazione floreale e per gli animali ai suoi piedi.

L’imperatrice Teodora e il suo seguito, 546–548, mosaico, Ravenna, Basilica di San Vitale

Nel Medioevo e nel mondo cristiano la donna non aveva che pochi diritti. Quando si sposava poteva -nel caso di famiglie benestanti- ricevere una dote ma non il diritto di amministrarla poiché era il marito che la gestiva.

La rappresentazione realistica nel paleocristiano viene sacrificata alla sintesi e alla mancanza di prospettiva, proprio per sottolineare solo il racconto a dispetto del realismo.

Teodora, moglie di Giustiniano, guida la processione dell’offertorio e si distingue dalla corte per la ricchezza dell’abito e i gioielli. Particolare importante è l’aureola dorata che la circonda non per rappresentarne la santità quanto invece a designare il volere divino nell’investitura dei potenti.

Busto femminile, 1272, Nicola di Bartolomeo da Foggia, Cattedrale di Ravello- Salerno

Il busto femminile del 1200 è una reinterpretazione del classicismo. Molto elaborata è la corona cesellata, come i capelli gonfi con la scriminatura centrale, i lunghi orecchini e l’allacciatura dell’elegante abito.

Ritratto di principessa estense,1435–1440, Pisanello, Louvre, Parigi

Secondo Plinio il Vecchio -scrittore, filosofo e studioso naturalista della prima metà del I secolo d. C. — , i pittori romani ponevano la persona da raffigurare sul supporto dove sarebbe stato dipinto il ritratto. Seguendo pedissequamente le linee del volto e del corpo riuscivano ad ottenere quasi un calco perfetto.

Durante il Rinascimento si tende a recuperare i modelli classici e, pertanto, anche il ritratto di profilo.

La donna raffigurata è immersa in uno sfondo puramente decorativo e non realistico in cui abbondano diversi simboli. L’anfora sulla manica del mantello alluderebbe all’araldica d’Este, le farfalle all’anima, i garofani al matrimonio.

La caccia alle streghe fu un fenomeno che si sviluppò non tanto in età Medioevale ma in quello che definiamo Rinascimento e in Italia fu nel ducato di Savoia che si ebbero le prime persecuzioni.

La belle Ferronnière, 1490–1495, Leonardo da Vinci, Parigi Louvre

Leonardo preferisce ritrarre a tre quarti alla maniera fiamminga.

L’opera e la donna ritratta, della collezione di Francesco I, durante la compilazione nel Settecento dell’inventario delle collezioni reali, venne confusa con un’amante del re francese Francesco I, Madame Ferron. Venne pertanto identificata come “Bella moglie di un mercante di ferramenta” alludendo anche al gioiello che cinge la fronte della donna.

Vorrei ricordare che l’11 settembre 1599 fu giustiziata Beatrice Cenci per parricidio esasperata dalle violenze — di ogni tipo- subite.

L’infanta Maria,1630, Diego Velázquez Prado, Madrid

La scelta di un ritratto non a figura intera per nobili e reali denota un carattere sicuramente ufficiale ma non politico, non essendo di rappresentanza. La scelta dello sfondo scuro, come già in Leonardo, permette al volto di delinearsi maggiormente mettendosi, inoltre, in contatto oculare con lo spettatore.

Pur sintetizzando altri elementi dell’abbigliamento Velazquez sottolinea la candida gorgiera. La gorgiera era un colletto di stoffa sottile, pieghettata e inamidata, indispensabile nell’abbigliamento aristocratico maschile e femminile e il termine deriva molto probabilmente dal francese gorge, ovvero gola.

Maria Antonietta e i suoi figli, 1787,Élisabeth Vigée Le Brun,Musée National du Château, Versailles

L’artista francese era la prediletta da Maria Antonietta e diventò sua amica e confidente . Tra il 1778 al 1788 realizzò una trentina di ritratti della sovrana, fra cui questo.

L’opera è molto particolare perchè da una parte vuole essere celebrativa e politica e d’altro canto è intima e commovente. Infatti, l’abito se pur molto elegante e regale indossato da Maria Antonietta è comunque più sobrio dei precedenti, da quelli tipicamente rococò e forse troppo spumeggianti o, al contrario di mussola leggera criticati dai francesi. Inoltre, l’atteggiamento materno vuole rimandare ad una immagine più profonda della sovrana allora vittima di libelli feroci.

Un figlio, che poi morirà due anni dopo, prima ancora di aver compiuto otto anni, indica una culla vuota per ricordare la recente perdita di una sorellina con meno di un anno di vita.

Solo dopo la Rivoluzione francese e con Napoleone le donne poterono esercitare in modo autonomo attività commerciali e fu abolita la disparità di partizione del patrimonio famigliare.

Ritratto della cantante Matilde Juva Branca,1851,Francesco Hayez, Galleria d’Arte Moderna di Milano

L’opera, commissionata dal marito, il facoltoso Giovanni Juva, è ora considerata un capolavoro della ritrattistica lombarda sia per l’accurata introspezione psicologica che per la composizione.

La donna è ritratta in un atteggiamento sobrio ma molto elegante. L’artista ha indugiato nella descrizione delle preziose vesti di seta nera e i candidi pizzi bianchi sul tronco e le mani. La mano che regge il guanto, nel primo piano del dipinto, richiama la ritrattistica veneta del Rinascimento, in particolare due celebri capolavori di Tiziano: “L’uomo col guanto” (Parigi, Musée du Louvre) e” L’uomo dagli occhi glauchi” (Firenze, Galleria Palatina). (citazione LOMBARDIA BENI CULTURALI)

Nell’occidente, tra fine Ottocento e inizio Novecento le rappresentanti del genere femminile iniziarono le proteste per chiedere gli stessi diritti degli uomini e pari opportunità. L’industrializzazione, infatti, contribuì in modo fondamentale al cambiamento perché le donne cominciarono a lavorare nelle fabbriche al di fuori delle mura o dei campi domestici.

Ritratto di Madame Cézanne nella poltrona gialla, 1893–1895. Paul Cezanne, Metropolitan Museum, New York

Cezanne, pur appartenendo alla fine dell’Ottocento, è stato considerato come il primo artista che ha ispirato la produzione delle Avanguardie. La sua ricerca estetica, infatti, è stata la prima a rompere definitivamente con le leggi prospettiche -anche se solo intuitive come negli espressionisti- e a tendere verso una sintesi geometrica dei soggetti naturali o meno che potesse far emergere la loro vera essenza. La mancanza di espressività della donna è voluta dallo stesso artista che afferma “ un volto va dipinto come un oggetto per portare a espressione quell’unico aspetto interessante” ovvero portare alla luce il lato che non si vede, quella conoscenza intima che non si raggiungerà forse mai.

Madame X, 1883 -1884, John Singer Sargent, Metropolitan Museum of Art, N.Y.

Il ritratto della moglie di un professionista ,Virginie Amélie Avegno, molto conosciuta in città, fu presentato al Salon di Parigi e subito fece scandalo. I visitatori dell’esposizione, infatti, riconoscono la donna e molti sanno che lei è stata in Bretagna con il pittore dove l’ha dipinta.

Il ritratto prima della correzione

Cosa offese in realtà i borghesi benpensanti? Il ritratto aveva una spallina gioiello che cadeva dalla spalla della giovane ed esile donna. Non c’è nessuno che riconosce il peccato come il peccatore: immaginarono, quindi, che l’abito nel momento successivo scivolasse completamente!

Il pittore corse ai ripari e ridipinse la spallina al suo posto! Tuttavia l’eco che seguì fu così forte che la famiglia rifiutò di comprare il dipinto e Sargent da Parigi si trasferì in Inghilterra.

Ritratto della marchesa Casati,1911–1913, Giovanni Boldini, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma

I ritratti di Boldini rispecchiano l’intenzione di trasferire nell’estetica del dipinto la gaudente società della bella epoque. Le figure femminili diventano eteree dee di bellezza in uno spazio irreale riecheggiando il languore sensuale de D’Annunzio.

Nel 1903 Emmeline Pankhurst fonda in Inghilterra un’ organizzazione la
«Women’s Social and Political Union» le cui seguaci sono dette SUFFRAGETTE.

Ritratto della baronessa Elisabeth Bachofen-Echt, 1916, Collezione privata, Basilea

Le donne di Klimt vengono incastonate nei loro stessi abiti come pietre preziose. Liberati da ogni fisicità e spazialità corporea, i volti, anche se non in posizione centrale, diventano il punto focale del dipinto, lasciando, solo successivamente, lo spettatore vagare con lo sguardo in altri particolari. Klimt rimane distante dalla poetica espressionista ma in questo dipinto si lascia tentare dai colori fauves, rinunciando al simbolismo geometrico e dorato. Molto particolare la tappezzeria dello sfondo che è un rimando alla seduzione orientale tipica di fine Ottocento e inizi del Novecento.

La terra, 1921, Achille Funi, Collezione Privata

Achille Funi aderì al futurismo ma successivamente subì il fascino -politico ed estetico- del “ritorno all’ordine”. Una giovane donna di spalle volge il viso allo spettatore mentre porge in alto un pesante argenteo piatto ricolmo di frutta e verdura. Di lato, un paesaggio si mostra dalla finestra aperta.

Durante il periodo fascista le donne avevano solo il compito- dovere di procreare.

Viso di Mae West (utilizzabile come appartamento surreale), 1934–1935, Savador Dalì, The Art Institute, Chicago

Il dipinto, creato negli anni Trenta, ricrea il volto dell’attrice Mae West all’interno di una cornice architettonica e i connotati diventano spazi ed oggetti: il naso un camino, gli occhi due dipinti, i capelli come tende teatrali.

La realizzazione pratica di questa opera fu invece intorno agli anni Settanta, nel Teatro Museo Dalì di Figueras, con l’aiuto dell’architetto catalano Oscar Tuquets. La trasformazione di una reale struttura tridimensionale permette allo spettatore di entrare nell’istallazione prendendo il “possesso” del volto dell’attrice.

In Italia le donne votarono per la prima volta nel 1946, ovvero dopo il Secondo Conflitto mondiale.

Supermarket Lady, 1970, Duane Hanson, Neue Galerie, Aquisgrana

Dopo la seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti diventano leader in campo economico e entrano in Europa con i loro prodotti anche culturali: libri, film, musica. Il primato dell’arte italiano, che dall’Ottocento divenne europeo, si trasferì in America.

Intorno alla metà degli anni ’60 si è afferma, proprio come prodotto statunitense, il movimento dell’iperrealismo al fine di ottenere una forma di illusionismo fotografico nell’immagine e reale nella statuaria.
Duane Hanson con poliestere e fibra di vetro per i corpi e utilizzando vestiti, gioielli e accessori originali, ha riprodotto in dimensione reale turisti, operai e casalinghe, rappresentato la classe media americana.
In tal modo l’artista ha riproposto in maniera molto ironica l’immagine della società contemporanea e della donna della media borghesia.

The old fence (il vecchio steccato), 1999, John Curris, Collezione privata dell’artista

Un grande dipinto — quasi due metri — con due donne che posano nude davanti ad un recinto. Le acconciature, i volti e i corpi fortemente idealizzati da rasentare l’irreale sono una citazione alla pittura rinascimentale italiana, fiamminga e tedesca (Botticelli nella Nascita di Venere o Lucas Cranach) e del famoso surrealista Magritte.

L’artista statunitense,in aperta controtendenza con le estetiche contemporanee non figurative, reinterpreta il linguaggio classico, con una grande capacità pittorica, anche se volutamente ironica.

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