Eros e Thanatos di un artista: Amedeo Modigliani dall’Italia a Parigi
E’ morto nel 1920, sono trascorsi cent’anni dalla sua scomparsa.
Nasce a Livorno il 12 luglio 1884. A quattordici anni, terminato il ginnasio, abbandona gli studi e riesce a convincere i genitori di consentirgli di lavorare nello studio di Guglielmo Micheli, un allievo di Giovanni Fattori, che insegna ad Amedeo la tecnica dei macchiaioli e lui si appassiona alle tonalità calde e alla luce intensa.
Dopo aver contratto la tubercolosi viaggia, convalescente,con la madre soggiornando a Napoli, Roma, Firenze e Venezia, visita i musei, le pinacoteche, le gallerie d’arte delle città.
A vent’anni si iscrive alla Scuola libera di nudo a Firenze diretta da Fattori ma la frequenta saltuariamente, preferendo studiare le opere degli Uffizi e di Palazzo Pitti.
A Pietrasanta (Lucca) si avvicina alla scultura e l’anno successivo si iscrive alla Scuola libera di nudo a Venezia nell’Istituto di Belle Arti. Visita la Biennale e rimane colpito dalle novità dell’arte contemporanea di Klimt e dello Jugendstill, le espressioni artistiche dell’Art Nouveau.
Quattro anni dopo,nel 1906, si trasferisce a Parigi e trova l’ambiente culturale ed artistico che aveva cercato in Italia. Si iscrive all’Accademia Colarossi e affitta uno studio vicino a Montmartre.
Nell’acquarello “Donna con cappello”, considerata una delle prime opere parigine, si vede la sua conoscenza dei dipinti di Lautrec e degli altri espressionisti che fanno emergere nelle loro tele il disagio umano.
La figura umana è il tema principale di Modigliani, quasi a osservare, ricercare e poi riprodurre negli altri il proprio tormento portato verso l’autodistruzione.
Molti che sono stati ritratti da Modigliani hanno affermato di essersi sentiti spogliati sino all’anima.
A Parigi frequenta i locali notturni e conosce, fra tanti altri, Picasso, Picabia, Apollinaire e Gino Severini.
A Parigi rimane influenzato dalla pittura di Van Gogh, di Cezanne e di Gauguin e cerca di fonderli in una personale estetica. Dipinge e scolpisce e presenta alcune opere al Salon d’Automne, che non vengono apprezzate e tantomeno vendute.
La condizione economica di Modigliani è scarsa, viene sfrattato dallo studio, cambia -per insovenza- più alloggi e inizia ad abusare di alcool -assenzio- e droghe.
Conosce il giovane medico appassionato d’arte Jean Alexandre e suo fratello Paul che, pur non essendo ricchi, vogliono aiutare giovani talenti. Affittano per loro un fatiscente edificio e li sostengono economicamente comprando le loro opere.
Poco prima di ritornare in Italia, per la pessima salute, conosce Costantin Brancusi e ritorna alla scultura anche se le polveri prodotte peggiorano lo stato dei suoi polmoni lesionati dalla tubercolosi.
Nell’opera plastica Testa, Modigliani sintetizza la forma e comincia ad apparire la sua estetica personale dell’allungamento dei colli, delle lievi asimmetrie, degli occhi vuoti spesso a mandorla.