ICONOGRAFIA del MATRIMONIO dall’arte classica all’arte contemporanea
PAOLA MAGNI INCONTRI UTEM MELEGNANO
ANNO ACCADEMICO 2019–2020
Le nozze come costruzione della cristianità
Raffaello nello Sposalizio della Vergine, riprende un motivo iconografico già interpretato dal Perugino nell’affresco per il Duomo di Perugia.
La scena si svolge all’aperto in una piazza lastricata che, sullo sfondo, presenta un tempio a pianta circolare - ricorda quello di Bramante con il Tempietto di San Pietro in Montorio a Roma- con un portico di sedici lati e le porte aperte che dilatano lo spazio della visione verso l’orizzonte, unendo spazio naturale e spazio antropico.
Dal lato di Maria si trova un gruppo di donne e da quello di Giuseppe un gruppo di uomini, tra cui, uno, che spezza con la gamba il bastone.Maria infatti, secondo i vangeli apocrifi, era cresciuta nel Tempio di Gerusalemme e, quando fu giunta in età da matrimonio, venne dato a ognuno dei pretendenti un ramo secco, in attesa di un segno divino: l’unico che fiorì con un gelsomino, fu quello di Giuseppe.
Il messaggio allegorico della rappresentazione delle nozze di Maria e Giuseppe si concentra nel tempio e nella spazialità dello sfondo ad indicare che dall’unione dei due, nel futuro, sarebbe nata una nuova concezione religiosa.
LE NOZZE PER IL REFETTORIO
L’ordine dei monaci di San Benedetto commissionò al Veronese una tela il cui soggetto doveva essere il matrimonio di Cana -dove Cristo ha trasformato l’acqua in vino- per il refettorio nella Basilica di San Giorgio Maggiore a Venezia.
Paolo Veronese non si limita a dipingere una tradizionale iconografia della storia ma l’ambienta in pieno Rinascimento, mescolando sacro e profano . I protagonisti sono riprodotti nei minimi dettagli (invitati alle nozze, servitori che lavorano alle loro spalle, menestrelli e buffoni) come è minuziosa la descrizione delle complesse architetture che circondano i vari personaggi.
Il pittore inserisce nella scena il suo autoritratto e alcuni dei personaggi del tempo come , fra tanti altri, Sulimano il Magnifico ( sultano dell’Impero Ottomano), Giulia Gonzaga, Pietro Aretino,Bassano,Tintoretto e Tiziano.
Gli altri musicisti che lo accompagnano sono i famosi pittori veneziani:con il flauto è Jacopo Bassano,con la viola da braccio è il Tintoretto e l’uomo vestito rosso con il violone è Tiziano.
In piedi, accanto a loro, con un bicchiere di vino rosso vi è un uomo in cui si riconosce il poeta Pietro Aretino.
Alle spalle dei musicisti, in posizione centrale,si trova Gesù accompagnato dalla madre, la Vergine Maria, riconoscibili dall’aureola.
Gli sposi hanno ceduto la posizione centrale al gruppo divino e siedono a sinistra del dipinto.
LE NOZZE CONVENIENTI
La polemica contro i matrimoni di convenienza è uno dei tanti argomenti trattati dalla satira e dalla produzione teatrale verso la fine del Settecento.Goya si pone all’interno di questa critica e, come in tutte le sue opere, inserisce la sua attualità lasciando una, a volte drammatica, testimonianza delle vicende della Spagna dei suoi tempi.
Nel dipinto si descrive lo sposo col suo sgargiante abito rosso ricamato che divide in due la scena. Dietro di lui vengono i parenti della sposa, soddisfatti per l’acquisita stabilità economica, e dello sposo felici per una nuora avvenente, ma soprattutto sana, per il proprio figlio.
La sposa appare indifferente e arrogante,rifiutando di rivolgere lo sguardo alle amiche, che, in povere vesti, la circondano sorridenti.
LE NOZZE A PARIGI COME UNA FAVOLA
La dimensione fantastica del reale è al centro della poetica e dell’estetica di Chagall.
In secondo piano, sulla sinistra,Chagall descrive la cerimonia del matrimonio ebraico sotto alla chuppah o huppàh, un baldacchino costituito da un telo sorretto da quattro pali -il telo può essere bianco o rosso-.
Gli sposi sono circondati da festosi angeli musicanti ricordando il tema iconografico dell’Harmonia Mundi.
Il grande gallo rappresenta l’annuncio del nuovo giorno, l’animale che con il canto saluta la luce e l’allontanarsi delle tenebre nel crepuscolo.
LE NOZZE “ILLUMINATE” DELLA CONTEMPORANEITA’
L’opera di Haring in The Marriage of Heaven and Hell (Il Matrimonio del Cielo e dell’Inferno)è una grande tela in bianco e nero (alta oltre 7 metri e larga 13) creata nel 1985 per una coreografia di Roland Petit per il Ballet National de Marseille, riferito al titolo di un libro scritto e illustrato dall’artista e poeta inglese William Blake tra il 1790 e il 1793.
Nell’opera di Haring il matrimonio viene descritto con due grandi mani con uno sfondo di angeli , di diavoli e di dannati riprendendo il testo originale di Blake che non descrive l’inferno come un luogo di punizione, ma come una fonte di energia ed ebrezza opponendosi alla morale religiosa del tempo.
Bibliografia e Sitografia
https://www.arteworld.it › nozze-di-cana-veronese-analisi
https://diariodellarte.wordpress.com › 2017/07/15 › le-nozze-nellarte