ICONOGRAFIA del MATRIMONIO

paola magni
5 min readNov 8, 2019

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Ritratto dei coniugi Arnolfini come paradigma

PAOLA MAGNI INCONTRI UTEM MELEGNANO

ANNO ACCADEMICO 2019–2020

IL DIPINTO PARADIGMA dell’iconografia

L’opera di Jan van Eyck del 1434 è uno dei primi esempi di ritratto dopo il periodo del Basso Medioevo, in cui scompare questo genere iconografico a causa della mentalità cristiana che tendeva a negare l’individualità.

Ritratto dei coniugi Arnolfini, Jan van Eyck,1434,National Gallery di Londra

Nel celebre Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan van Eyck si sottolinea la diversa concezione dello spazio tra il Rinascimento italiano e quello fiammingo. In Italia, dopo la ricerca di Brunelleschi e dell’Alberti, si affronta la raffigurazione con un approccio matematico ed armonico mentre nei fiamminghi rimane una prospettiva ancora intuitiva con un punto di vista rialzato che sottolinea i (tanti) dettagli e ha lo scopo di “inserire” l’osservatore all’interno del dipinto.

La luce diventa l’elemento unificante della scena e contribuisce a creare i volumi, differenziare i materiali e indagare nei particolari.

LO SPECCHIO

Elemento centrale del dipinto è lo specchio (che riflette i coniugi di spalle e due personaggi maschili frontali) e,sopra, la scritta sul muro: “Johannes de Eyck fuit hic 1434” (Johannes Van Eyck fu qui), come firma al dipinto e conferma della sua presenza come testimone.

particolare dello specchio e della scritta sul muro

Lo specchio è un esempio della capacità di miniaturizzazione di Van Eyck: in pochi centimetri (meno di 6!) nella cornice sono rappresentati dieci episodi della Passione di Cristo.Si possono riconoscere l’Orazione nell’orto, la Cattura di Cristo, il Giudizio di Pilato, la Flagellazione di Cristo, la Salita al Calvario, la Crocefissione (in alto al centro), la Deposizione, il Compianto, la Discesa al Limbo e infine la Resurrezione.

Lo specchio è incorniciato da una ruota dentata simbolo del martirio di Santa Caterina d’Alessandria, patrona delle donne che allattano (quando fu decapitata usci un fiotto di latte e non sangue!)

particolare: abiti e gestualità

I CONIUGI e la loro GESTUALITA’

Nonostante il ventre gonfio della moglie -che non alluderebbe ad una gravidanza ma dovrebbe augurare la fertilità della coppia- il ritratto descrive il matrimonio e, anzi, alcuni critici sostengono che si rappresenti il fidanzamento.

Scena nuziale del II secolo d.C. conservato nel Palazzo Ducale di Mantova

La gestulità degli Arnolfini rimanda al matrimonio -alcuni rituali pagani rimasero anche nel rito paleocristiano- dell’antica Roma.

Le mani allacciate fra i due Arnolfini sono l’antico simbolo dell’unione, mentre la mano destra alzata con le braccia piegate all’altezza del gomito, vicino al fianco in segno di umiltà’, di Giovanni simboleggiano la preghiera.(1)

Gli abiti indossati sono ricchi, descritti minuziosamente nei caldi tessuti setosi con guarnizioni di pelliccia e il colore verde del vestito molto ampio della sposa risalta particolarmente sottolineandone la ricchezza e l’alto ceto sociale. I coloranti per tessuti nel medioevo erano molto costoso e riservati, dunque, per i ceti più abbienti.

IL COLORE BIANCO

Per classi sociali nobili o della ricca borghesia il matrimonio nel medioevo rappresentava non solo l’unione di due individui: si trattava di legami casate, con interessi di carattere economico e politico. La sposa rappresentava l’intera famiglia e l’abito indossato ne esprimeva lo status.

Gli abiti elaborati, colorati con tinture rare e realizzati con ricami preziosi, orlati di rare pellicce erano sinonimo di ricchezza.

Il primo abito bianco è stato indossato il 26 ottobre del 1406, dalla principessa Filippa di Lancaster, figlia di Enrico IV d’Inghilterra che sposò il principe Erik di Danimarca.

Anche Maria Stuarda,per le nozze con Francesco II di Francia, il 24 aprile del 1558, a Notre Dame, indossò un abito da sposa bianco e, per i francesi del tempo, che lo consideravano un colore del lutto, fu , e a ragione, di funesti presagi.

La regina Vittoria per il suo matrimonio con Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha nel 1840 scelse un abito bianco realizzato in Inghilterra con tessuti inglesi, per dimostrare il sostegno della sovrana a un artigianato colpito dalla meccanizzazione della rivoluzione industriale.

Da questo momento le spose occidentali usarono l’abito bianco per il giorno delle loro nozze.

SIMBOLI

Gli zoccoli

particolare zoccoli maschili e femminili

Entrambi i protagonisti sono scalzi ed hanno lasciato le loro calzature in 2 punti diversi della stanza.Gli zoccoli di Giovanni sono in basso a sinistra, mentre quelli di Costanza, di colore rosso, si trovano in lontananza. Simboleggiano il luogo della femmilità all’interno della casa mentre il marito deve occuparsi del suo lavoro al di fuori della casa coniugale.

Alcuni sostengono che si tratti di un riferimento alle Sacre Scritture (Libro dell’Esosodo 3:5) dove Dio comanda a Mosè di togliersi le scarpe mentre si avvicina al rovo in fiamme perchè è un luogo sacro.

IL LAMPADARIO

particolare il lampadario

Il lampadario in ottone finemente cesellato ha un’unica candela accesa da cui ancora non scende la cera sciolta. Potrebe alludere al simbolo della verginità della sposa o alla profonda regiosità dei due coniugi ,alludendo al primo dono di Dio: separare le tenebre dalla luce.

SANTA MARGHERITA

particolare del letto con Santa Margherita

Santa Margherita (riconoscibile dal drago ai suoi piedi), in una scultura lignea, è stata una fanciulla cristiana che, secondo la tradizione agiografica, subì il martirio sotto Massimiano e si venera come patrona delle partorienti.

Margherita, rifiutò gli approcci di un prefetto pagano e, pertanto venne imprigionata. Il diavolo, durante la notte, entrò nella cella travestito da drago e la inghiottì. Margherita con la croce (da cui evidentemente non si separava!) squarciò gli ventre del drago (del demonio!) e ne uscì indenne.

Dopo le torture ,ma non senza aver cristianizzato gli aguzzini, venne alla fine decapitata.

IL CANE

particolare il cagnolino

Il cane è simbolo di fedeltà e, nel dipinto, rappresenta la fedeltà reciproca degli sposi.

LE ARANCE

particolare arance

Al tempo, nel Ducato di Borgogna, le arance aveva un alto costo, probabilmente erano trattate nel commercio di Giovanni Arnolfini e simboleggiano l’agiatezza della famiglia.

(1) Antico gesto di preghiera desunto dal mondo pagano, prima, e monotesista successivamente. Già descritto iconograficamente sin dal II sec.d.C. rimmarà gesto simbolico della preghiera fino al Medioevo.

BIBLIOGRAFIA e SITOGRAFIA

www.didatticarte.it › Blog IL MONDO DEI CONIUGI ALNORFINI di Emanuela Pulvirenti · 8 marzo 2014

https://it.wikipedia.org › wiki › Ritratto_dei_coniugi_Arnolfini

https://www.mediterraneaonline.eu › … › Il matrimonio attraverso l’arte

https://www.iodonna.it › attualita › costume-e-societa › 2018/10/01 › labit…

ARTE E ARTISTI di Gillo Dorfles, Cristina della Costa, Gabrio Pieranti, Atlas, 2012 vol. 2

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