IL BACIO dall’arte classica a fine ‘800
PAOLA MAGNI INCONTRI UTEM MELEGNANO
ANNO ACCADEMICO 2019–2020
Il bacio è una manifestazione di affetto polivalente che condividiamo in quasi tutte le culture .
Le origini del bacio possono essere individuate nella preistoria quando le madri masticavano il cibo per i piccoli e solo dopo lo passavano ai figli direttamente da bocca a bocca (pratica che viene anche descritta in alcuni libri di narrativa come LA BUONA TERRA di Pearl S. Buck del 1931 o IL PAESE DALLE OMBRE LUNGHE scritto nel 1950 da Hans Ruesch).
Il significato psicologico del bacio è ampio. Può esprimere amore, saluto affettuoso, passione,fratellanza, tenerezza… Può essere un gesto di pace, di rispetto reverenziale (ad esempio si bacia l’anello del Papa). Può esprimere subordinazione verso una persona di rango più elevato (famosa è la locuzione mafiosa “baciamo le mani” nel libro di Sciascia IL GIORNO DELLA CIVETTA del 1961).
Nella cultura occidentale e religiosa è anche sinonimo di tradimento (è il caso classico di Giuda che attraverso un bacio permette l’identificazione e quindi l’arresto di Cristo).
Nelle fiabe il bacio ha un significato di trasformazione fisica (IL PRINCIPE RANOCCHIO, LA BELLA E LA BESTIA…) o spirituale (LA BELLA ADDORMENTATA, BIANCANEVE…).
Molti sono i dolci italiani denominati “baci” (di Alassio, di Chiavari, di Loano, di Cuneo, di Napoli, di dama, di dama alla calabrese…) .
Per tutto il Medioevo l’arte in genere fa riferimento a personaggi leggendari, non identificabili con precisione con personaggi reali. Durante il Rinascimento la letteratura comincia a inserire nei suoi poemi, sonetti, commedie, satire anche nobili cavalieri e bellissime pulzelle realmente esistiti, mentre la pittura continuerà fino all’Ottocento a trattare l’amore solo attraverso la rappresentazione di figure mitiche.
Molti artisti si cimentano nella rappresentazione del bacio attraverso l’iconografia di VENERE e MARTE:la dea della bellezza e dell’amore che ama il dio della guerra e della distruzione.
IL BACIO NASCOSTO di PALMA IL GIOVANE
Il dipinto di Iacopo Negretti detto PALMA il GIOVANE del 1580 idealizza, nascondendolo, il bacio passionale di una dea callipigia con un possente Marte che viene aiutato a togliersi gli armamenti da un piccolo e paffuto Cupido.
La scena (quasi teatrale) viene racchiusa da un pesante drappeggio rosso che assorbe la luce e fa risaltare il bianco quasi argenteo delle lenzuola stropicciate, simbolo dell’amore carnale.
AMIGONI e IL BACIO nel ROCOCO’
Il dipinto Zefiro e Flora (già presenti come amanti nella Primavera del Botticelli) di Jacopo Amigoni del 1730 , rappresenta il preludio al bacio di queste due divinità ma racconta anche che Zefiro permette a Flora di spargere fiori sul suolo degli uomini. Lui stesso con l’aiuto di una dolce brezza aiuterà poi a sparpagliarne i semi, ma solo in cambio dell’assoluta fedeltà di lei.
Nello stile ROCOCO’ vengono eliminati dai dipinti i contrasti di colore, la contrapposizione tra ombra e luce -tanto usata nel 600, si pensi al Caravaggio e alla scuola fiamminga- e i temi eroici che invece riprenderanno nel NEOCLASSICISMO coevo. Spariscono anche le grandi figure mitologiche , i toni grandiosi e trionfalistici. Si preferiscono i colori molto sfumati, i mezzi toni, l’eleganza delle forme, la descrizione di ambienti fantastici privi di riferimenti precisi. Le divinità mitologiche più importanti lasciano il campo a una schiera di divinità minori: come putti e amorini, a volte muse, satiri e baccanti.
Jacopo Amigoni è uno dei più importanti esponenti a livello europeo dello Stile Rococò: le sue opere sono eleganti e composte con grazia al fine di infondere tranquillità nell’osservatore anche attraverso la luminosità e l’uso di colori freddi. Qui ad esempio inserisce la situazione amorosa in un paesaggio fantastico ed elegante.
IL BACIO NEOCLASSICO di CANOVA
Una vena di delicatezza sentimentale caratterizza il capolavoro
(1787–1793) di Antonio Canova fin dal titolo con cui il Louvre ha
deciso di presentarlo al suo pubblico: Psyché ranimée par le baiser
de l’Amour, ovvero “Psiche risvegliata dal bacio di Amore”. L’opera
è nota in Italia come “Amore e Psiche giacenti” e tuttavia “Amore e
Psiche che si abbracciano” è la denominazione con cui Canova, in
una lettera del 12 dicembre 1801 ad Antoine Chrysostome
Quatremère de Quincy, si era riferito al gruppo scultoreo.
La leggenda di Amore e Psiche
- nelle METAMORFOSI di APULEIO
Venere, ingelosita dalla bellezza e dalla grazia di Psiche, invita il figlio Amore (o Cupido) a scoccare una delle sue frecce fatali per far innamorare la fanciulla dell’uomo più brutto sulla terra. Amore sbaglia il bersaglio e si ferisce, innamorandosi di Psiche.
Per non far adirare la madre, Amore si congiunge alla donna solo di notte e la prega di non guardarlo mai. Ma Psiche, che ne è irresistibilmente attratta, è curiosa e una notte illumina il volto di Amore dormiente con una lampada ad olio, ma una goccia di olio bollente cade sull’uomo che si sveglia e — infuriato per il tradimento — la abbandona.
Psiche tenta il suicidio, ma gli dei intervengono e Venere promette di non ostacolare il ricongiungimento tra i due amanti solo se Psiche supererà tre prove. Nell’ultima prova Psiche rischia di non risvegliarsi ma Zeus stesso intercede per i due giovani, permettendo ad Amore di ridestarla con un bacio.
2. nella SCULTURA DEL CANOVA
Aderente allo stile classico, Canova non rappresenta il bacio come amano fare gli artisti barocchi, ma l’attimo che lo precede.
FINALMENTE UN BACIO TRA UMANI di HAYEZ
Una delle quattro versioni del Bacio di Hayez, del 1859, è conservata nella PINACOTECA di BRERA a MILANO . La storia di questo dipinto, che senza dubbio è una delle più celebri immagini di due innamorati di tutta l’arte italiana e mondiale, è legata alle conseguenze politiche e storiche a seguito al Congresso di Vienna (1814 e 1815).
Allegoricamente rappresenta diversi significati, tutti legati all’ideale romantico. Il Romanticismo infatti, in Italia si concretizzò soprattutto nel patriottismo e nell’odio verso lo straniero, che era rappresentato soprattutto dalla dominazione austriaca.
Nel dipinto di Hayez leggiamo dunque:
- l’impeto per l’AMOR di PATRIA, tipico dei giovani;
- l’ invito a LIBERARSI del DOMINIO AUSTRIACO: il simbolo del pugnale allude alla volontà di lottare;
- un omaggio alla Francia, nell’azzurro dell’abito femninile,come alleata dell’Italia dopo gli accordi di Plombieres del 1858.
Le due figure si trovano esattamente al centro del dipinto, mentre la luce colpisce da sinistra creando effetti chiaroscurali accentuati che fanno risaltare l’abito setoso e cangiante della donna. L’ambiente non offre precise indicazioni ma nella nicchia sulla sinistra del dipinto si configura un’ombra (possiamo immaginare una persona che stia spiando o che stia proteggendo i due giovani per allertarli…).
Gericault, o il Romanticismo come VITA
IL BACIO di Gericault esprime un il romanticismo che non ha significato politico, si identifica con la VITA e con la STORIA nel loro complesso e con il loro carico di CONTRADDIZIONI: grandezza e decadenza, depravazione, bellezza e deformità, fascino e senso del grottesco…
Se la sua estetica si avvicina a MICHELANGELO (soprattutto per la statuarieta’ dei corpi) e al CARAVAGGIO (per la luce), il pensiero già volge al REALISMO.
RODIN: la scultura come energia e passione
Commissionato dallo stato francese allo scultore Auguste Rodin per l’Esposizione Universale del 1888 -ora al MUSEO RODIN a Parigi-, IL BACIO viene realizzato con la tecnica michelangiolesca del NON-FINITO -secondo il pensiero di Michelangelo, infatti, la scultura era già presente all’interno della pietra e l’artista non faceva altro che LIBERARLA-.La bellezza della composizione sta proprio nel fondere e quindi unire per sempre i due giovani, quasi senza volto, nell’immortalità del marmo.
La rappresentazione prende spunto dalla vicenda,narrata da Dante nel V canto dell’Infern, di Paolo e Francesca sorpresi e uccisi dal marito di lei. Leggere insieme di un altro amore infelice — quello tra Lancillotto,
cavaliere della Tavola Rotonda, e Ginevra, moglie di Re Artù- aveva fatto innamorare i due amanti.