Il labirinto

Il labirinto nella preistoria

paola magni
7 min readMar 1, 2020

Il labirinto, nell’antichità, simboleggiava il caos primordiale e lo sforzo di imporgli un ordine. Il suo disegno a spirale può sembrare un serpente arrotolato, o le viscere animali o i meandri del cervello.Il labirinto è stato associato al pericolo dello smarrimento e del disorientamento ma anche un percorso che, solo con l’intelligenza, si può affrontare e concludere.

rappresentazione di un labirinto nell’incisioni camune

Nell’arte rupestre dei Camuni il labirinto è un meandro con accanto figure umane. Alcuni studiosi considerano che il labirinto fosse utilizzato come percorso iniziatico per il passaggio dalla gioventù all’età adulta.

La Valcamonica presenta, infatti, le tracce di una civiltà antichissima, quella dei Camuni, tra i massimi produttori di incisioni rupestri. La Valcamonica fa parte delle Alpi Retiche sino all’interno del territorio della provincia di Brescia. Il nome della valle deriva dai suoi primi abitanti, i Camuni, che furono conquistati da Roma nel 16 a.C.

Il labirinto etrusco

labirinto etrusco di Porsenna I sec. a. C.

Il labirinto etrusco di Porsenna a Chiusi -Siena- è un percorso sotterraneo di circa centotrenta metri costituito da cunicoli facenti parte di un complesso sistema idraulico etrusco, che si articola sotto tutta la città. La tradizione popolare ha per lungo tempo identificato queste gallerie con “l’inestricabile labirinto” che si trovava nel basamento del grandioso mausoleo di Porsenna, descritto da Plinio il Vecchio in un passo della sua Naturalis Historia.

Labirinti della Roma antica

Mosaico della saga di Arianna e Teseo. Da Loigersfelder (Salzburg), IV secolo d.C. Kunsthistorisches Museum, Wien.

Il mosaico che rappresenta la storia di Teseo e Arianna fu scoperto in una villa romana nei campi di Loiger vicino a Salisburgo nel 1815.

Il labirinto nel medioevo

labirinto della Cattedrale di Chartres , 1194,Francia

Molti credono che la cattedrale di Chartres fu realizzata per volontà dei templari che impiegarono studi e tecniche esoteriche.

Il labirinto di Chartres è stato costruito nel XIII secolo nel pavimento della navata, ha una circonferenza di 12,85 metri ed il percorso è di 261,5 metri.

Il labirinto è simbolo del pellegrinaggio terreno verso la Città Santa, nelle mappe medievali Gerusalemme era disposta al centro del mondo, il viaggio dantesco inizia proprio nell’Inferno, sotto le mura di Gerusalemme.

Nel Medioevo, dunque, il labirinto si trasforma in chiave cristiana. Nelle Chiese si propone come simbolo meditativo e di preghiera . Il numero delle spirali diventano undici, come simbolo del peccato, in quanto sta fra il numero dieci -i comandamenti- e il dodici -numero degli apostoli.

labirinto della cattedrale di Amiens, Francia

A volte il labirinto perde la forma quadrata e diventa ottagonale -come i battisteri- per simboleggiare l’infinito, la vita eterna, come nel labirinto della cattedrale di Amiens, Francia.

Il labirinto, XV sec. della Basilica di San Vitale, 548, simboleggia il percorso verso la purificazione

Il percorso labirintico nella chiesa paleocristiana di San Vitale a Ravenna,non si ferma al simbolismo del cammino iniziatico. Il suo andamento a spirale di triangoli sembra generare energia, come se potesse purificare e elevare chiunque lo ripercorra con concentrazione. È infatti sinonimo di ritorno alla comprensione di se stessi conseguito attraverso il viaggio della vita con le sue difficoltà e le sue prove.

Pilastro con labirinto Cattedrale di San Martino (Lucca) XI sec.

Su una delle pietre del pilastro addossato alla base del campanile della Cattedrale di San Martino (Lucca) XI sec. si trova scolpito un labirinto affiancato da un’iscrizione che ricorda il mito di Teseo e Arianna. Sembra essere molto simile a quello sul pavimento della Cattedrale di Charts.

Il labirinto nel Rinascimento

Con il Rinascimento il simbolismo del labirinto vede svuotare i contenuti religiosi. Il percorso del labirinto non rappresenta più la salvezza dell’anima ma è la via per addentrarsi in se stesso.
In questa nuova concezione il labirinto non viene più rappresentato negli spazi sacri ma in quelli profani: lascia chiese e monasteri ed entra come ornamento e passatempo ludico in palazzi e giardini, sugli abiti e nella decorazione dei palazzi.

Bartolomeo Veneto, Ritratto di gentiluomo, 1510 15 ca. Cambridge, Fitzwilliam Museum

Il dipinto di Bartolomeo Veneto è un vero enigma: nessuno sa chi sia il gentiluomo ritratto o perchè ci sia un labirinto sui suoi vestiti. Possiamo ipotizzare che il labirinto sia una metafora delle difficoltà connesse alla conoscenza di sé, ma non solo. Infatti, la pigna verde -non ancora aperta- che ha nella mano destra è simbolo di virtù ,di resurrezione ma contemporaneamente sottolinea la giovinezza dell’uomo ritratto — non si è ancora schiusa, infatti-. Infine, la medaglia -con incisa una scena di naufragio o di un pericolo trascorso sul mare- sul cappello fanno ipotizzare un percorso fisicamente difficoltoso del giovane.

Il Nodo di Salomone ripetuto nel mantello ha un significato religioso: testimonia l’unione fra l’uomo e il divino. Forse, forse è obbligatorio, il divino aiutò il giovane a salvarsi dal pericolo corso e questo dipinto ha la stessa funzione di un ex-voto.

Viani, Soffitto Palazzo Ducale di Mantova “Forse che sì, forse che no”, tardo 1500

Originariamente collocato nel palazzo San Sebastiano,un secolo dopo (1601) il soffitto con labirinto venne trasferito nel palazzo Ducale dall’architetto Antonio Maria Viani.

Francesco II Gonzaga, marito di Isabella d’Este, scelse come proprio motto araldico la frase: “Forse che sì, forse che no”. Questo motto si trova ancora oggi raffigurato insieme allo schema di un labirinto in una delle sale del Palazzo Ducale di Mantova. Il labirinto e il motto potrebbero alludere alle numerose incertezze legate alla condizione dell’Uomo, inconsapevole del proprio destino.

Il labirinto nel giardino

Tra il XVI e il XVII secolo in tutta Europa esistovano molti labirinti nei giardini nobiliari. La struttura di questi, detti “labirinti d’amore” è organizzata secondo cerchi o rette concentriche nel cui centro si trova un padiglione.

Veduta di Palazzo Pitti e Boboli nella lunetta di Giusto Utens del 1599 Museo di Firenze
pianta originaria dei giardini di Boboli

Anche se ridotto rispetto all’originale, il giardino di Boboli custodisce ancora oggi una struttura che richiama l’antico labirinto.

labirinto di bossi della Villa Barbarigo-Pizzoni Ardemani

In provincia di Padova si trova la Villa Barbarigo-Pizzoni Ardemani che presenta un maestoso giardino ideato dall’architetto Luigi Bernini.

E’ l’esempio più significativo di giardino simbolico del Seicento e il labirinto di bossi si sviluppa per circa un chilometro e mezzo.

labirinto nel giardino della Villa Pisani

Nella Villa Pisani a Stra in provincia di Venezia c’è forse uno dei labirinti meglio conservati e più romantici d’Italia, decantato addirittura da Gabriele D’Annunzio.

labirinto del Castello di San Pelagio, Padova

Il Castello di San Pelagio, a Padova, ha origini medievali e dal 1970 la villa è stata oggetto di restauri e ripensata nelle funzioni attuali principalmente come Museo del Volo.

Intorno al castello di Donnafugata, tardo ‘800, a Ragusa, si trova il particolare labirinto in pietra costruito nella tipica muratura a secco del ragusano.

labirinto di Donnafugata
Labirinto della Masone, 2015 , Fontanellato , Parma

L’editore e designer parmigiano Franco Maria Ricci, da sempre affascinato dai labirinti, da tempo sognava di realizzare l’opera. Il Labirinto della Masone viene aperto al pubblico il 29 maggio 2015.

All’interno del parco infatti, oltre al labirinto, vi saranno spazi culturali per più di 5mila metri quadrati che ospiteranno la collezione d’arte del designer ed editore parmigiano, con circa 500 opere tra pitture e sculture dal Cinquecento al Novecento, e una biblioteca dedicata a tipografia e grafica. (cit.)

Il labirinto moderno e contemporaneo

Il Labirinto è stato rappresentato anche nell’arte moderna e contemporanea:

Diga e Oceano, 1915, Piet Mondrian
Broadway Boogie Woogie,1942–1943, Piet Mondrian,Museum of Modern Art, New York.
Relatività, 1953, Maurits Escher
The Labyrinth, 1989 Keith Haring

opere nel e del labirinto

labirinto della Fondazione Arnaldo Pomodoro

Il Labirinto della Fondazione Arnaldo Pomodoro venne inaugurato alla fine del 2011 in via Solari a Milano, negli spazi sotterranei dell’ex Riva Calzoni, ora Showroom Fendi: Si tratta di una esposizione delle opere di Arnaldo Pomodoro strutturate secondo meandri labirintici di circa 170 metri quadrati. Le opere sono ispirate all’epopea di Gilgamesh.

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