Il mito e l’arte: l’Olimpo

paola magni
5 min readOct 13, 2021

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Il luogo dove risiedono gli dei mediterranei è certamente l’Olimpo.

Monte Olimpo, Grecia

Il monte Olimpo è il più alto in Grecia ed è situato al confine tra Macedonia e Tessaglia. Le porte dell’Olimpo degli dei erano invisibili e nascoste ai mortali da una fitta coltre di nuvole. Nel corso dei secoli la sede delle divinità viene spostata nel cielo.

Sala dell’Olimpo, Paolo Caliari detto il Veronese, 1560–1561, Villa Barbaro, Maser

La rappresentazione dell’Olimpo per Veronese è prettamente simbolica.

In un teatrale cassettone ottagonale, nel luminoso spazio centrale, viene rappresentata Cerere. La dea della Terra è posta su un cocchio trainato da draghi.

In alto Giove riconoscibile dall’aquila, accanto a Marte con l’elmo e a destra Saturno. In basso, volta di spalle, Venere volge lo sguardo verso lo spettatore accompagnata da Amore, le siede vicino Mercurio con il caduceo.

Apollo con la lira e Diana con i cani da caccia chiudono l’ottagono nei lati verticali.

Nei quattro angolari a forma di pentagono irregolare vi sono: in basso a sinistra Giunone con un pavone e, in senso antiorario, Vulcano con il martello, Cibele o Madre Terra e Nettuno con l’immancabile tridente. Gli dei corrispondono ai quattro elementi Aria, Fuoco, Terra e Acqua.

I quattro cammei corrispondono all’Amore, alla Fecondità, Abbondanza e Fortuna.

Il Veronese caratterizza le sue opere attraverso la luminosità e per raggiungerla al massimo del suo chiarore non fonde i colori ma li accosta con passaggi graduali. Le campiture di colore pulite e non fuse tra loro fanno percepire tutta la luce offrendo un maggior equilibrio anche nelle scorciature forzate e spesso deformate al fine di offrire una prospettiva corretta all’osservatore anche dal basso o da lontano.

L’Olimpo (Giove incoronato di mirto dalle Ore porge a Ganimede il nappo per ricevere il nettare), 1806, Andrea Appiani ,Milano, Pinacoteca di Brera

L’ Olimpo di Appiani è uno spazio aereo, dove i personaggi sono sorretti da soffici nuvole bianche. Nel dipinto ottocentesco l’artista pone in primo piano Giove circondato da altre divinità femminili come sua moglie Giunone — la dea porta sempre come attributo una corona d’oro- e,secondo alcuni, Dione una dea della terra venerata insieme a Zeus.

Tuttavia, la dea è vestita di blu e al braccio è annodato un serpente e, dunque, potrebbe anche essere Igea, la dea della cura e dell’igiene, come talismano per evitare malattie o danni fisici.

Questa ipotesi potrebbe essere una scelta concordata dall’artista con il committente Napoleone, in quanto l’opera doveva essere collocata nel suo studio personale a Palazzo Reale di Milano.

L’Olimpo, Luigi Sabatelli, 1815–1820 ca., Palazzo Pitti , Firenze

Luigi Sabatelli a Palazzo Pitti affresca l’Olimpo in modo piramidale sul cui apice troneggia Giove e, mentre Appiani focalizza lo sguardo su pochi personaggi, riempie la la scena di tutti gli dei.

Non manca, tuttavia, di rappresentare l’aquila accanto a Giove, Giunone e le Ore in volo.

L’affresco rappresenta Giove nell’atto di proibire a tutti gli dei di parteggiare nella guerra fra greci e troiani.

Apoteosi di Cosimo I de Medici, 1565, Giorgio Vasari, Palazzo Vecchio (Palazzo della Signoria) Firenze

Non è un caso che per glorificare un personaggio lo si colloca nell’Olimpo e si definisce apoteosi o deificazione.

L’affresco del Vasari, nel punto centrale del soffitto del Salone dei Cinquecento, rappresenta l’apoteosi di Cosimo I. Secondo il volere stesso del committente, Cosimo viene elevato agli dei ed incoronato dalla personificazione della città di Firenze. Cosimo I, infatti, considerava questa sala il punto di rappresentanza della Signoria.

Intorno sono presenti i gonfaloni dei quartieri e degli artigiano della città affidati ad amorini.

Apoteosi di Omero, 1827, Jean-Auguste-Dominique Ingres, Musée du Louvre, Parigi

Nell’affollato dipinto di Ingres, che sicuramente ricorda la Scuola di Atene di Raffaello, di fronte a un tempio dorico su un alto piedistallo viene incoronato da Nike o Vittoria, Omero.

Ai suoi piedi vi sono le personificazioni dei suoi poemi: l’Iliade in rosso e con accanto una spada e l’Odissea in verde con un remo sulle ginocchia. Omero è attorniato da grandi personaggi antichi e non. Dante è con il consueto abito rosso, quasi di spalle, con Virgilio ammantato di bianco. Raffaello che tiene la mano di Apelle, mentre Saffo cerca un contatto oculare con l’osservatore. All’estrema destra accanto a Longino, filosofo e critico letterario che scrisse diverse opere su Omero,si trova Moliere che ci guarda sollecitandoci a seguire l’esempio del personaggio in trono e in alto con il corto abito rosso Fidia grande scultore citato da Platone.

Apoteosi di Napoleone, 1808, Andrea Appiani, Museo Villa Carlotta, Tremezzo, Como

L’ “Apoteosi di Napoleone” è l’unico particolare rimasto dopo i bombardamenti del 1943, appartenente al ciclo di affreschi realizzato in età napoleonica dal pittore Andrea Appiani nel Palazzo Reale di Milano.

Il forte scorcio prospettico rivela che l’affresco era collocato sul soffitto ed è incentrata sulla divinizzazione di Napoleone.

Napoleone è presentato nelle vesti di un antico imperatore seduto su un trono di porfido rosso sorretto da quattro Vittorie alate. Sotto al trono viene raffigurata l’aquila di Giove, simbolo dell’Impero. Le figure femminili con le corone simboleggiano diverse città, regioni e regni del dominio napoleonico. Sopra la sua testa, l’arco del cielo mostra la costellazione della Bilancia, il segno sotto cui era nato Napoleone.

Secondo alcuni critici, Appiani in questo ritratto non ha saputo superare il condizionamento di encomio verso Napoleone ma personalmente rivelo una certa capacità, attraverso una -seppur leggera- somiglianza, nel rendere la forza- sopratutto intellettuale- dell’uomo .

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