Il monte uscito dalle acque: secondo gli occhi degli artisti
Mont Sant Michel fu un ottimo soggetto per gli artisti , sopratutto dall’Ottocento, perchè denso di significati simbolici e immerso in un paesaggio insolito e mutevole.
Fra i molti dipinti citati dalla bravissima professoressa Emanuela Pulvirenti nel suo splendido articolo L’isola inafferrabile, Mont Saint-Michel vista dagli artisti www.didatticarte.it › Blog ne ho scelti quattro.
Propongo, quindi, due dipinti romantici degli artisti inglesi Turner e Stanfield della prima metà dell’Ottocento; un dipinto neoimpressionista del francese Signac di fine ‘800 e, per ultimo, uno dei primi anni del Novecento del canadese Gagnon, molto restio a seguire estetiche e correnti sue contemporanee.
William Turner, nei suoi dipinti, coglie la grandezza della natura e lo smarrimento dell’uomo di fronte alla sua maestosità. Il paesaggio tradizionale viene dissolto nei vortici della luce che annullano la consistenza degli elementi rappresentati. Si può affermare che piuttosto di narrare un paesaggio, Turner voglia rappresentare la sua reazione soggettiva durante la visione del paesaggio stesso.
La Normandia e la Bretagna nei primi anni dell’Ottocento cominciò ad attirare artisti e Turner vi si recò nel 1826 e ne fu attratto , come altri, dalla sua particolarità naturale ed architettonica, simile in parte ai paesaggi della Cornovaglia.
In questo acquarello Turner ci fa solo percepire l’immagine di Mont Sant Michel, come in un luminoso miraggio, e dei personaggi nella nebbia che stanno attraversando la lingua di sabbia che collega l’abbazia alla terraferma.
Clarkson Stanfield , prima di essere il noto e ricercato scenografo per il Theatre Royal di Londra, ha trascorso otto anni in mare. Il suo dipinto Mount Saint Michel viene esposto nel 1830 alla Royal Academy di Londra e da allora comincia la sua carriera. Nominato Accademico reale si concentra solo sulla pittura lasciando la scenografia.
Il dipinto,decisamente romantico, trasporta l’osservatore in una dimensione di angoscia ricalcando quel “sublime” teorizzato dal filosofo tedesco Immauel Kant. Kant sostiene, infatti, che il sublime si coglie nel senso di sgomento dell’uomo di fronte alla grandezza della natura quando scatena gli elementi.
L’immensità spaziale dell’opera, interrotta solo dalla solennità del monte che si fonde nell’architettura poderosa, sommata alla violenta potenza delle onde, sottolinea la fragilità dell’imbarcazione e, analogamente, degli uomini. L’eterno desiderio dell’uomo di poter dominare sulla natura si infrange contro le forze impari da cui viene circondato.
Nel periodo successivo al 1880 -dopo la morte di Manet-gli artisti si pongono il problema di offrire una consistenza maggiore alla fugacità dell’impressione. Renoir, ad esempio, si riavvicinerà al classicismo mentre Cezanne ricercherà la sintesi della natura nella strutturazione geometrica. Il “puntillismo” o “neoimpressionismo” nascerà proprio da queste ricerche. Esponente del puntillismo è George Seurat.
La tecnica del puntinismo consiste nella divisione dei toni nelle loro componenti: piccole macchie di colori primari accostati ci faranno percepire un colore secondario senza l’impurità dell’impasto sulla tavolozza. Analogamente una macchia di colore apparirà più viva o più spenta se accostata al suo complementare.Naturalmente il dipinto non viene più considerato come la proiezione di una realtà ma un campo di forze cromatiche che interagiscono tra loro e che formano l’immagine.
La precoce morte a soli 32 anni di Seurat gli impedisce di sviluppare il suo metodo ma viene ripreso e analizzato da Paul Signac.
Signac, usando in maniera molto più libera l’accostamento dei puntini cromatici ottiene nei suoi dipinti una maggiore luminosità. Quindi l’immagine Mont Sant Michel nella nebbia e sole è generata da un pulviscolo di piccole macchie blu e rosse che si fondono nella retina dei nostri occhi come un delicato lilla accentuato dal giallo complementare che costruisce l’architettura dell’abbazia.
Clarence Gagnon è conosciuto per i suoi dipinti di paesaggi rurali del Quebec, pluripremiato incisore, appassionato di attività all’aperto e un attivo promotore dell’artigianato del Quebec.
Si trasferisce a Parigi per studiare all’Accademia Julian sovvenzionato dal collezionista d’arte James Morgan di Montreal e può visitare il continente europeo. Ha inventato un nuovo tipo di paesaggio: un mondo invernale composto da valli e montagne, da forti contrasti di luci e ombre, di colori vividi e di linee sinuose. Nell’opera Mont Sant Michel, mattino, vi sono tutte le sue peculiarità stilistiche come il forte contrasto e il colore vivo, ma anche la sua attenzione per le attività dei personaggi come il pittore con il cavalletto sulle spalle accanto a due donne con costumi tipici della reionecome la gonna rossa e la cuffia bianca.