la Domenica delle Palme
La Domenica delle Palme celebra l’entrata trionfale di Cristo in Gerusalemme descritta da tutti e quattro gli Evangelisti. Gesù, seguito dai discepoli, viene accolto dalla folla con giubilo, con mantelli stesi per terra, le palme -simboliche del trionfo- e rami di ulivo -simbolo dell’abbondanza.
Il Sarcofago di Giunio Basso, IV secolo è completamente scolpito da scene tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento, suddivise da colonne e profonde nicchie in cui le figure si presentano quasi a tutto tondo. L’ingresso del Cristo in Gerusalemme presenta Gesù che calvalca un asino mentre un uomo stende un mantello e un altro si arrampica su un albero per poter vedere meglio.
Giotto rappresenta le persone arrampicate sugli alberi per vedere l’ingresso nella città e per cogliere i rami -personaggio a sinistra-. La folla si toglie i mantelli per stenderli ai piedi dell’asino che cavalca, mentre Cristo è colto benedicente.
La scena dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme è raffigurata in verticale — non in orizzontale come Giotto — e, quindi, sottolinea la struttura architettonica delle mura della città. Duccio da Buoninsegna aderisce al Vangelo di Luca dove si narra che gli apostoli, ubbidendo al Cristo, presero un puledro ed un’asina nella città vicina e, stesi i mantelli sul giovane cavallo, fecero salire Gesù.
Analogo a Giotto e a Duccio da Buoninsegna è l’affresco di Lorenzetti: l’ingresso nella città è descritto tradizionalmente con Cristo benedicente che avanza da sinistra verso destra seguito dagli Apostoli verso la gente di Gerusalemme osannante, come i due personaggi sugli alberi. Sparisce il puledro e sono rappresentati due asini.
Beato Angelico ambienta l’ingresso in gerusalemme ancora lonano dalle mura della città ma rimane fedele all’iconografia del Cristo sull’asino con accanto un piccolo puledro.
Allievo di Rubens, Anton van Dick , in quest’opera, interpreta la corrente barocca insieme al luminismo caravaggesco: la scena è descritta in primo piano, da destra verso sinistra, non si possono scorgere persone sugli alberi, manca il puledro, ma l’uomo chinato porge un ramo di ulivo.
La cappella che illustra l’ingresso trionfale del Cristo in Gerusalemme non a caso segna l’area di congiunzione tra la parte inferiore del Sacro Monte di Varallo e la parte superiore. La cappella è collocata in una piazza che raccorda il bosco — dove vi sono le diciotto cappelle dalla Creazione con Adamo ed Eva, sino alla nascita e alla vita di Gesù- con il contesto architettonico che imita Gerusalemme -Città Santa- , e dove si trovano le cappelle della Passione. L’edificio e l’allestimento risalgono agli ultimi anni del ‘500. Nei primi decenni anni del ‘700 , e successivamente nell’Ottocento, vennero restaurate alcune statue in primo piano e aggiunti personaggi negli affreschi.
Emil Nolde, esponente dell’espressionismo tedesco, si interessò spesso di soggetti religiosi. Fedele alla sua estetica, il tono dell’immagine è quasi caricaturale, al limite del grottesco. Oltre alla deformazione della figure umane anche i colori sono stati trattati in modo inusuale, anche se l’artista rimane aderente all’iconografia tradizionale dei Vangeli.
Guttuso interpreta in modo personale e simbolico l’ingresso del Cristo in Gerusalemme. Infatti, l’asino , il personaggio inginocchiato con l’abito bianco e il Cristo con la candida tunica formano una croce.