La stagione artistica di Brescia nel Cinquecento

paola magni
6 min readFeb 1, 2023

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Madonna con il Bambino, angeli e santi, 1517- 1520 ca. , Girolamo da Romano detto il Romanino, San Francesco, Brescia

Nei primi anni del ‘500 il territorio lombardo, seppur devastato dalla contesa fra Spagna e Francia, si caratterizza con un patrimonio artistico e pittorico innovativo. Le peculiarità di questa originale visione viene declinata sicuramente dalle esperienze venete coloristiche di Tiziano, amalgamate dalla nascente anticlassica “Maniera moderna”, ma con innovazioni proprie. Queste possono essere, sinteticamente, ricondotte verso il realismo,-abbandono, dunque, di ogni idealizzazione- e a una forte intensità emotiva antesignana del Caravaggio.

La Pala di Altare del Romanino, Girolamo da Romano (Brescia , 1484- 1556 ca.), mostra realismo con la partecipazione emotiva dei santi insieme alle forti suggestioni date dal colore che creano la consistenza materica dei tessuti.

La Madonna Monti , Romanino, databile al 1516–1517 Pinacoteca di Brera di Milano.

La madonna Monti possiede due elementi che rimandano al Primo Rinascimento di Masaccio e, contemporaneamente, a Durer.

La Madonna col Bambino e sant’Anna, 1424–1425, Masaccio e Masolino da Panicale, Galleria degli Uffizi di Firenze

Il dipinto è anche denominato “Sant’Anna metterza”, ovvero è messa in terza posizione. Tuttavia l’analogia con il Romanino è la gestualità della Vergine che allarga le gambe dell’erculeo Gesù Bambino. Il motivo è decisamente tratto dalle Sacre Scritture: doveva far vedere e sottolineare che il Divino si è fatto uomo.

Albrecht Dürer. Madonna col Bambino, detta anche Madonna del Patrocinio 1495.Fondazione Magnani Rocca.

E se il Sacro Bimbo si è fatto carne, presumibilmente e come tutti i bimbi non ha controllo degli sfinteri e la Vergine si ripara l’abito con un lenzuolo bianco, al fine di non sporcarsi.

Cristo portacroce, 1542, Romanino, Pinacoteca di Brera

Per gli effetti cangianti e luministici, l’assenza della spazialità nello sfondo e le ombre dense sembra essere un omaggio alla pittura del Savoldo nel bellissimo “San Matteo e l’angelo”.

In questa tela il Romanino perde l’impronta tipica del Rinascimento e rinnova il tema iconografico sottolineando attraverso l’espressione addolorata, la fatica e l’umiliazione al fine di sollecitare la devozione dello spettatore.

Cristo portacroce, Romanino, Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia

Molto diversa la stessa iconografia dipinta dallo stesso Romanino. I colori sono, ad esempio, molto più luminosi, vi è l’ambientazione -anche se minima- che allude al Golgota. Lo stesso andamento di Cristo verso sinistra e non verso l’osservatore, tolgono drammaticità alla scena religiosa.

Sposalizio della Vergine, !540–1545, Romanino, Banco di Brescia, Brescia

L’opera venne commissionata dalla nobile famiglia bresciana dei Rampinelli. E’ un’opera che più sottolinea le abilità dell’artista per quella minuziosa esecuzione grafica di particolari: dagli intarsi marmorei del pavimento, alle decorazioni dell’arco e la descrizione degli abiti degli sposi che si accendono di sfumature cangianti.

Pala Rovelli, 1539, Alessandro Bonvicino detto il Moretto, Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia

Mentre Romanino non ha molto successo a Brescia, i committenti ecclesiastici apprezzano molto Moretto, Alessandro Bonvicino (Rovato 1496- 1554), come autore di iconografie religiose.

Il realismo e l’emotività in Moretto viene mitigata dall’eleganza compositiva.

Pala Pesaro, 1519–1526, Tiziano, Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari, Venezia

Lo spostamento del trono della Vergine a destra e non più in posizione centrale è una novità proposta da Tiziano. Questa composizione permette un “movimento” spaziale che suggestiona lo spettatore, come le colonne, che andando oltre alla cornice del dipinto, suggeriscono un’altezza non misurabile razionalmente.

Cena in casa del fariseo, 1545, Romanino,Chiesa di San Giovanni Evangelista,, Brescia

La tela del Romanino è situata nella cappella del Sacramento. Il ciclo pittorico è stato iniziato con il Moretto intorno al 1521.

La gestualità teatrale penitente della Maddalena è un elemento di novità che prova il forte, anticipato, realismo che caratterizza la “scuola pittorica bresciana”.

Cena in casa di Simone il fariseo,!544, Moretto, Chiesa della Pietà a Venezia

Anche il Moretto costruisce una tela con la stessa gestualità di Maddalena. Tuttavia, la forte luminosità, la prospettiva meno prossemica, l’affollamento dei personaggi, l’ambientazione e la rivisitazione delle espressioni sono molto distanti.

Cena in casa di Simone il fariseo, 1556, Paolo Veronese, Galleria Sabauda, Torino

Si può tuttavia pensare che questo dipinto possa aver ispirato Paolo Veronese. Infatti, seppur con una folla più concitata nei gesti, il Veronese replica la teatrale umiliazione, meno emotiva tuttavia, della Maddalena inserendo la scena in un portico come già aveva fatto il Moretto.

Ritratto di Fortunato Martinengo Cesaresco, 1542, Moretto, National Gallery di Londra

Il ritratto a mezza figura rappresenta il personaggio nel suo complesso. Il non soffermarsi solo sul volto, concentra l’attenzione anche al modo di vestire, alla posa e alla gestualità. Proprio nella gestualità si può desumere il carattere del personaggio e la sua psicologia senza doversi fermare all’aspetto fisico.

La mano che sorregge il volto è un gesto iconografico che denota malinconia, che verrà usato anche nella pittura moderna.

Ritratto del dottor Gachet, 1890,i Vincent van Gogh, Collezione privata

Come affermerà lo stesso Van Gogh in una lettera a Paul Gauguin … “il volto triste… mostra la disillusione del nostro tempo”.

San Matteo e l’Angelo, 1534, Giovanni Gerolamo Savoldo, Metropolitan Museum of Art, New York

Giovanni Gerolamo Savoldo, nato a Brescia nel 1480, si stabilirà successivamente a Venezia ma manterrà contatti con i committenti del luogo natio. Quest’opera ricorda il Caravaggio, il bagliore della candela, in primissimo piano, illumina la tonaca del santo indugiando sul drappeggio ma si incupisce in un’ombra profonda che solo suggerisce il volto del santo e dell’angelo.

Maria Maddalena, 1535–1540, Giovanni Gerolamo Savoldo, National Gallery, Londra

Savoldo immagina una Maddalena in lutto avvolta in un manto nero mentre alle primissime luci dell’alba si reca alla tomba del Cristo e, trovandola vuota, si sta volgendo al Risorto. L’espressione, infatti, è quasi gioiosa. Splendida posa presa dalla Nunziata di Antonello da Messina.

‘Annunciata di Palermo , 1475 ca., Antonello da Messina, palazzo Abatellis a Palermo

Antonello da Messina illustra l’ annunciazione stravolgendo completamente l’iconografia classica. Manca completamente l’Arcangelo Gabriele per fare interpretare a noi, osservatori dell’opera d’arte, il ruolo dei nunzi.

Ritratto di giovane flautista , 1540 Giovanni Gerolamo Savoldo, Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia

Al centro, in un moderno “piano americano” -ritratto sino alle ginocchia- un giovane rivolge il viso all’osservatore. Indossa un copricapo nero e un mantello di uguale colore bordato di pelliccia.Il libro dello spartito musicale è aperto, mentre altri sono appoggiati, chiusi, su una breve rientranza del muro. Savoldo, oltre a trarre i caratteri somatici del giovane vuole costruire una allegoria della musica e dell’udito, insieme, naturalmente, a sottolineare la valenza culturale con i libri e gli appunti appesi a sinistra.

(1) Il Cristo portacroce di Girolamo Romano, detto il Romanino, di proprietà della Pinacoteca di Brera e’ stato trattenuto in Florida dall’Immigrations and Customs Enforcement. Si sospetta che il dipinto abbia fatto parte delle opere saccheggiate dai nazisti nei paesi occupati durante la Seconda Guerra Mondiale. Il dipinto si trova in Florida dallo scorso maggio, dove è stato esposto presso il Mary Brogan Museum di Tallahassee insieme ad altre 50 opere della pinacoteca milanese. La famiglia Gentili di Giuseppe, che acquistò il dipinto a un’asta a Parigi nel 1914 e alla quale l’opera sarebbe stata sottratta nel 1941 dal governo collaborazionista di Vichy, è ricorsa alle vie legali per recuperare la tela illegalmente prelevatale. Il “Cristo portacroce” non potrà tornare in Italia sino a quando le controversie legali non saranno risolte. cit. l Cristo portacroce della pinacoteca di Brera in “custodia cautelare” in Florida — Arte.it

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