Musica e arte visiva
La musica è antichissima. Studiosi di antropologia hanno addirittura teorizzato che il suono, considerato come emissione consapevole sia vocale o strumentale, sia ancestrale, forse più del linguaggio.
Nell’antica Grecia la “mousikè” derivava dalle parola “muse”, ovvero tutto ciò che riguarda le muse. In questo senso, la musica abbracciava concetti molto più ampi come la poesia, la danza, la tragedia, la commedia.
Come oggi la musica era indispensabile per inserirci in una atmosfera particolare delle emozioni, come la felicità, la malinconia, il dolore…
Proviamo, infatti, a pensare di guardare un lungometraggio, o anche solo una pubblicità, senza l’accompagnamento della musica. Ne saremo sorpresi e, molto probabilmente, non entreremo nell’atmosfera che si è voluta creare.
Filosofi come Platone e Aristotele ritenevano la musica necessaria all’educazione.
Pitagora, infine, teorizzò la musica stessa legata alla matematica e al movimento degli astri.
Nel medioevo, la musica e la sua allegorica rappresentazione in pittura simboleggiava l’armonia del creato e, quindi, la sua origine divina.
La donna seduta, la personificazione della musica, sta percuotendo con una bacchetta le campane allineate. Il concetto dell’”Harmonia Mundi”-ovvero l’armonica creazione cosmica già nel pensiero greco- fu traslata nell’ambito cristiano da Sant’Agostino e Boezio, come analogia del rapporto equilibrato e simmetrico fra Dio e tutte le cose da lui create.
Sant’Agostino, inoltre, vede nell’ascolto o nella produzione musicale una motivata e commossa partecipazione alla liturgia religiosa.
Su un trono da cui spuntano due cigni- associati arcaicamente alla musica per la loro eleganza- siede suonando un salterio, la personificazione della musica. Le fanno da ali un’arpa e un organo . Sullo sfondo cantori, cornamusa e tamburello.
Illuminato da un piccolo putto, Tubal-cain batte il tempo con due differenti martelli. Tubal-cain, il discendente di Caino, è paragonabile a Vulcano, a cui si deve l’invenzione della lavorazione dei metalli.
Tuttavia, Dossi, inserisce le due figure femminili nude che rappresentano la bellezza. Dunque, la musica è ritmo equilibrato basato su principi matematici e scientifici, ma deve essere sostenuta da una buona vocalità e illuminata dalla padronanza tecnica (canoni enigmatici a figure geometriche).
Un’altra interpretazione narra che Tubal-cain sta forgiando le note musicali battendo sull’incudine e al suo fianco le donne sono la rappresentazione della Musica Sacra -quella completamente nuda- e Musica Profana (con ciabattine infradito!)
La superficie pittorica è quasi completamente occupata dalla donna e dal suo voluminoso drappeggio rosso. Come metafora dell’armonia, la Musica sta accordando lo strumento e un uccello canoro -in corrispondenza della sua spalla- intona una melodia. Il canto dell’uccello è, però, senza alcuna base teorica e si contrappone agli spartiti e alla tecnica sul tavolo.
L’opera fu commissionato dal cardinale Francesco Maria Del Monte, che desiderava un dipinto che potesse rappresentare il clima culturale di corte.
Caravaggio trasporta il “concerto” in una atmosfera quasi pagana.
e, nell’ombra dello sfondo riappare quasi il fanciullo dell’Amor Vincitore.
Anche in quest’opera vi sono strumenti e spartiti musicali, accatastati , forse rotti vicino ad una armatura. Molto probabilmente, Caravaggio ha illustrato gli interessi del committente, stratega nella battaglie e amante della musica.
Tornando al “Concerto” invece, un violino che appare casualmente dimenticato sopra ad alcuni spartiti, è in primo piano.
Caravaggio vuole, forse, alludere all’osservatore,che in un momento di pausa abbia appoggiato lo strumento per guardare la scena, facendolo partecipe del concerto.
Il fanciullo ha le labbra che su stanno schiudendo, come ad accompagnare le note dello strumento con la propria voce.
Alcuni ritengono che sia il pittore siciliano Mario Minniti, amico di scorribande, e forse amante, di Caravaggio. Ritratto nel ragazzo con il canestro di frutta
Altri, invece, vedono il ritratto del castrato spagnolo Pedro Montoya,
presumibilmente modello nel ragazzo che monda il frutto, che in quegli anni era cantore nella Cappella Sistina.
Osservando il dipinto notiamo un’iscrizione sullo strumento: “la Musica è la compagna della gioia, la medicina del dolore”.
In alto, riflessa nello specchio, la fanciulla che sta suonando.
In realtà, come sempre, Vermeer ci immerge nell’interno domestico quieto, una istantanea fermata nel tempo. La prospettiva profonda ci rende spettatori ma non degli intrusi: l’artista ha voluto metterci a una distanza tale da non interferire nel dialogo muto fra la giovane, l’uomo e la musica.
La donna suona contemporaneamente due strumenti: la lira e la cetra. I due strumenti rappresentano la “concordia” nel matrimonio che gli sposi hanno voluto mantenere durante la convivenza. Le rose che ornano l’arpa e il basamento dell’urna sono riconducibili al rito dei “rosaria”, feste romane in onore dei defunti dove si usavano corone di rose per ornare le tombe.
Chagall introdusse nelle sue opere i temi legati all’ebraismo, in particolare la tradizione chassidica. Rispetto alla corrente colta talmudica, la mistica chassidica si basava in una spiritualità accessibile alla gente comune. Infatti, tutti e tutto degli aspetti della vita quotidiana sono valorizzati in quanto la presenza e la volontà di Dio si rivelano in essi, come il canto, il ballo e il suono del violino. Per Chagall il violino, che appare ripetutamente nelle sue opere, non è uno strumento musicale (musica klezmer), ma rappresenta il mezzo per incontrare Dio.
Il violinista si innalza nell’ambiente uranico, avvicinandosi a Dio, lasciando la Terra.
Molto meno mistico e spirituale, rispetto all’opera di Chagall, l’opera barocca. In realtà, il violino acquista una simbologia negativa nelle allegorie sulla temperanza o sull’amore, in quanto diventa emblema di vizi carnali. E qui mi riporta al violino abbandonato da Caravaggio in primo piano: quale messaggio vuole mandarci?
E nel pannello di destra del “giardino delle delizie” Bosch inventa tutte le pene dei peccatori che aveva illustrato nel riquadro centrale. Qui il violino e altri strumenti musicali diventano il luogo di tortura infinita.
Curiosando su internet ho recentemente scoperto che una blogger statunitense ha riprodotto in suono le note tatuate sul posteriore del dannato che giace sotto il violino. Lo spartito è stato scritto dalla creatura mostruosa in rosa. Pare che la melodia prodotta sia degna di un film horror gotico! (1)
Mentre Maria e il Bambino dormono, San Giuseppe mostra uno spartito musicale a un bellissimo angelo,che sta suonando un violino secondo le note impresse. Nel 1983 è stata individuata la composizione. Si tratta dell’opera del fiammingo Noel Bauldewijn (1480–1529), che la compose ispirandosi al Canto dei Cantici “Quam pulchra es” nel 1519, stampato a Roma nel 1526. (2)
Ricapitolando la simbologia della musica nell’arte visiva avrebbe i seguenti messaggi:
- equilibrio ed armonia Creato
- rapporto fra il Divino e le sue creature
- la concordia coniugale o l’armonia dell’amicizia
- la bellezza e l’armonia non può esistere senza lo studio, la scienza, la tecnica
- la gioia della musica come consolazione e ricordo
- la negatività attraverso la mancanza di moderazione
(1) per chi volesse ascoltare la melodia riprodotta:https://www.notetralerighe.it › notizie-curiosità-eventi